Cucchi, Arma e Difesa chiedono di costituirsi parte civile sui depistaggi

Sembra arrivato il momento della svolta. A proposito del depistaggio sul caso della morte di Stefano Cucchi, l’Arma dei carabinieri e il ministero della Difesa hanno presentato istanza di costituzione di parte civile nel corso dell’udienza preliminare di oggi a Roma. La vicenda vede coinvolti otto carabinieri, tra cui anche ufficiali. Il Gup Antonella Minunni si è riservata di decidere. A presentare istanza è stata anche la famiglia Cucchi, l’appuntato Riccardo Casamassima, gli agenti di polizia penitenziaria, il sindacato dei militari e Cittadinanzattiva.

Ilaria Cucchi ha accolto positivamente la decisione dell’Arma e del ministero. La donna si batte, da quasi dieci anni, per ottenere giustizia sulla morte del fratello 31enne, deceduto il 22 ottobre del 2009, all’ospedale Sandro Pertini, sei giorni dopo essere stato arrestato per detenzione di droga e picchiato in caserma per essersi rifiutato di sottoporsi al fotosegnalamento.

“Il fatto che l’Arma abbia chiesto di costituirsi parte civile, nel procedimento che vede coinvolti otto carabinieri per i depistaggi sul caso della morte di mio fratello – ha detto la Cucchi – è un fatto senza precedenti. La dedico a tutti coloro che continuano ad insinuare che la famiglia Cucchi è contro l’Arma e viceversa. Questo è un momento di riavvicinamento tra cittadini e istituzioni.

La Cucchi ha sottolineato che “in vicende come la nostra troppe volte ho visto i sindacati di polizia intromettersi contro le nostre famiglie. In quest’aula per la prima volta un sindacato si è schierato al nostro fianco e non contro di noi. Questo lo dedico al signor Gianni Tonelli”, l’ex segretario generale del sindacato di polizia Sap e parlamentare della Lega, che aveva denunciato la donna per diffamazione.

Aggiornato il 21 maggio 2019 alle ore 17:13