Un dipinto della fine del XV secolo, del grande pittore fiammingo conosciuto come Hieronymus Bosch, porta il curioso titolo de La pietra della follia, e vede l’operazione chirurgica effettuata en plein air da un cerusico, un monaco e una suora su un povero folle, dalla cui fronte viene appunto estratta la cosiddetta “pietra della follia”.
Oggi tale psicopatologia la si curerebbe in altri modi, giunti dai presunti secoli oscuri all’illuminata scienza del XXI secolo, eppure a giudicare dalle azioni attribuite a certe case farmaceutiche ci sarebbe da dubitarne.
Un popolo di perenni malati si governa meglio e rende molto di più alle lobby del farmaco e le malattie si creano o si mantengono per incrementare gli introiti, a differenza dell’insegnamento di Galeno, Esculapio e Ippocrate. L’antica Scuola salernitana inorridirebbe oggi; tutto ciò apparirebbe assurdo agli occhi di uno dei più grandi medici che abbia avuto l’Occidente e che risponde al nome di Paracelso.
Desidero riportare qua le parole di uno dei più insigni oncologi, a livello internazionale, che vanti il nostro Paese: Mariano Bizzarri che, a proposito della riduzione della Melatonina – un potente agente antitumorale – effettuata nelle compresse da parte della multinazionale farmaceutica Big Pharma, scrive: “L’ottanta per cento circa dei farmaci che oggi utilizziamo deriva, in un modo o nell’altro, da sostanze farmacologicamente attive presenti nei cibi, nelle piante e in qualche modo diffusa nel mondo naturale. Molte di queste sostanze vengono studiate nel mio laboratorio di Systems Biology, cioè di Biologia dei Sistemi complessi, dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, dove le ricerche vengono condotte in aderenza ai più rigorosi criteri di sperimentazione scientifica e i cui risultati sono regolarmente pubblicati su riviste internazionali peer-reviewed ad alto valore d’impatto scientifico. In particolare, il mio laboratorio si è da sempre caratterizzato, ed è attualmente il laboratorio leader nel campo degli studi della melatonina in Italia. Siamo inoltre in stretto rapporto con il primo grande padre degli studi in questo settore, il professor Reiter dell’Università di San Antonio in Texas, e abbiamo evidenziato come la melatonina in qualità di principio farmacologico intervenga su diversi percorsi della cellula tumorale, sia della mammella che del colon, attivando quei processi che facilitano il suicidio della cellula stessa. La melatonina riesce a superare le barriere che il tumore della mammella frappone cercando di evitare di morire. Di fatto associando la melatonina alle terapie convenzionali o anche dandola in associazione ad altri principi naturali, come per esempio la vitamina D, si riesce ad avere un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’ottanta, novanta per cento. Questo è importante perché la melatonina è un farmaco pressoché privo di effetti collaterali e può essere associato con assoluta tranquillità ai trattamenti potenziandoli fino a livelli fino a ieri impensabili”.
Di fatto dunque, la commercializzazione e la grande diffusione della melatonina negli ultimi anni, ha fatto ridurre enormemente il consumo di prodotti farmaceutici come i tranquillanti ed i sedativi, diffusi senza troppi scrupoli nel mondo occidentale a partire dall’inizio degli anni Settanta. Da poco tempo i ministeri della salute di molti Paesi hanno imposto ai produttori di abbassare il contenuto delle dosi dei farmaci contenenti melatonina, sino ad un massimo di 3 mg, sostenendo che un dosaggio superiore potrebbe creare pericolosi effetti collaterali. Quindi, senza essere necessariamente complottisti, resta evidente l’interesse a mantenere inalterato uno status quo da parte delle lobby farmaceutiche sulla cura relativa al cancro oggi.
E non siamo più nel Medio Evo, e la Terra non è piatta.
Aggiornato il 28 febbraio 2019 alle ore 13:02