Racconto di Natale: Helios e Aldo

Immagino che a Palermo ci sarà la fila per prenderselo in casa. Però stamani, dopo avere letto la loro storia sul “Corriere della Sera” ed essermi insolitamente commosso, ho pensato che avrei volentieri adottato – da buon gattaro – il micio Helios. Quello del barbone - pittore Aldo, ucciso a Palermo come una vittima sacrificale da due minorenni – almeno cosi pare – di origine Rom.

Avrei voluto , coccolandolo, chiedergli che male poteva avere fatto quel suo povero amico per meritare una fine così orribile: massacrato a  calci , pugni e bastonate mentre dormiva al freddo nei portici di una piazza intitolata all’Ungheria, Paese emblematico in questo momento in Europa come simbolo dell’egoismo nazionalista. Avrei chiesto a Helios come era la vita sotto i portici  a Palermo con i commercianti che ti portano da mangiare, a te nella ciotola e al tuo padrone in un piatto di plastica, ogni giorno con la sola prospettiva di farti sopravvivere in una società sempre più indifferente alle vere povertà.

Quelle che nessun fasullo reddito di cittadinanza potrà mai guarire. Avrei voluto inoltre domandargli come sia possibile che due minorenni di sedici e dodici anni abbiano dentro di sé già tanta feroce follia da commettere un omicidio prendendosela con l’essere più indifeso della terra. E come lui, Helios, sia scampato al massacro. Forse è scappato, perché i gatti non si fidano così tanto degli esseri umani (si fa fatica a definirli così, o forse no) sconosciuti. E dormono con un occhio solo. Non così fortunato il pittore clochard Aldo. Che forse nell’umanità aveva più fiducia del suo amico felino, visto che la gente del quartiere lo trattava bene e lo aiutava a campare, certamente meglio di qualunque promessa governativa di sconfiggere la povertà.

Però Aldo quando è morto dormiva profondamente e Helios non ha potuto fare niente per difenderlo o avvertirlo. E’ solo scappato. E adesso è un orfano di questa guerra civile strisciante e irrazionale che caratterizza la odierna miserabile società. Se nessuno a Palermo lo volesse, io a Roma sono pronto a prendermelo. Povero Helios e povero Aldo. Il loro racconto di Natale, al contrario di quello di Dickens, non prevedeva un lieto fine.

Aggiornato il 20 dicembre 2018 alle ore 12:10