Quest’anno per tenerci tutti all’erta, tecnologici e sul pezzo, l’Ordine dei giornalisti del Lazio si è inventato la guerra dei timbri sul tesserino.

Dicono che la pensata sia stata del tesoriere, che con una specie di delibera o circolare che dir si voglia – invano richiesta tramite pec da chi scrive – ha dato ordine agli impiegati di non apporre a chi paga regolarmente la quota annuale (e non è una cosa scontata) l’apposito timbro per l’anno 2019. Questo perché si sta tentando di obbligare gli iscritti, compresi quelli non più giovanissimi, a registrarsi sul sito dell’Ordine e a stamparsi da soli il bollino del 2019 per poi appiccicarselo con la colla sul tesserino. Una trovata inspiegabile che ha già provocato numerose proteste tra gli iscritti. Pratica come pulirsi il sedere con i coriandoli invece che con la carta igienica. E che si può forse inquadrare esclusivamente nell’ottica della futura apertura di un nuovo sportello al secondo piano di piazza della Torretta 36: quello dell’“Ufficio complicazione affari semplici”.

Inutile dire che gli impiegati romani dell’ente di diritto pubblico che i grillini di lotta e di governo vorrebbero abolire (e certo queste sono le circostanze che danno loro ragione) si erano opposti alla trovata del tesoriere – il quale, asseritamente, si trincera dietro il fatto che “a Milano fanno già così”, e quindi tanto basta – e adesso a ogni stupefatto giornalista che si presenti alla cassa reagiscono tra lazzi e risate alle proteste e talvolta alle bestemmie per questa trovata vagamente demenziale. Ma tant’è: l’Ordine dei giornalisti – come tutte le burocrazie italiote – a quanto pare si spezza ma non si spiega. E se non ci penseranno i su nominati governanti a Cinque Stelle, gli incolpevoli iscritti che si ostinano a pagare le quote da 104 euro anche per il 2019 dovranno appiccicarsi da soli l’agognato bollino. Tutto perché il tesoriere cui viene attribuita la responsabilità della cosa un giorno avrebbe detto – ma qui siamo nella leggenda metropolitana più che nella cronaca – “adesso anche a Roma i colleghi dovranno diventare tecnologici”.

Qualcuno ovviamente prima o poi magari farà ricorso al Tar. Perché la guerra dei timbri con l’Ordine dei giornalisti romano è appena iniziata.

Aggiornato il 30 novembre 2018 alle ore 13:42