Dazi nostri

La tentazione di impegnarsi nell’esegesi del termine femminicidio potrebbe spingerci a trascurare un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che sta diventando sempre più un trend di portata preoccupante così come i reati violenti in genere. L’allarme è almeno proporzionale alla speculazione che in molti fanno sull’argomento scagliandosi, ad esempio, contro il ministro Carlo Nordio quando afferma che in Italia, una parte dei femminicidi è compiuta da stranieri per via di culture che considerano la donna inferiore di per sé. Nordio non ha certo scoperto l’acqua calda ma ha semplicemente illustrato un fatto sociale: in alcune realtà, che stentiamo a definire culture, la donna è soggiogata, soggetta al volere dell’uomo ed è inutile negarlo. Ovviamente il fenomeno non si riduce a questo tipo di situazioni ma si radica molto più profondamente in una società – quella occidentale – ormai annoiata, fuori controllo e priva di valori.

Senza dover però bruciare per protesta le numerose carte di credito di Aboubakar Soumahoro in Aula, basta banalmente consultare il sito del Ministero dellInterno per capire che la popolazione straniera residente nel 2022 sul territorio nazionale rappresenta circa l’8,5 per cento del totale mentre le segnalazioni nei confronti di stranieri ritenuti responsabili di attività illecite, sono pari al 34,1 per cento del totale delle persone denunciate e arrestate (dato riferito ai soli residenti). Ciò per significare al lettore che in questo strano Paese siamo portati a banalizzare qualsiasi cosa approfittando dei femminicidi per fare del femminismo inconsistente un tanto al chilo o per tacciare di razzismo chi analizza il fenomeno. Il tutto in ossequio a vecchi arnesi ideologici che mal si conciliano con la situazione drammatica in cui viviamo e che servono per tentare di fare fronda al Governo in carica, coprendosi invece di ridicolo.

E allora, volendoci sottrarre a queste polemiche da cortile che sanciscono l’estinzione totale della serietà e del pensiero politico, proviamo a dire una cosa concreta che non sia il solito pensierino sul corpo delle donne: cosa succede in questo Paese se una donna (ma anche un uomo) denuncia un molestatore ossessivo e aggressivo? Qualche ramanzina in caserma, un divieto di avvicinarsi alla parte lesa o in certi casi poco più. È un po’ come quando arresti un immigrato irregolare (pardon migrante) e gli consegni il decreto di espulsione pensando che scoppi in lacrime e torni indignato da dove è venuto, smettendo di campare di espedienti. O, se volete, è lo stesso vuoto cosmico in tema di sicurezza che spinge il noto youtuberCicalone” a dare battaglia ai borseggiatori nelle metro della Capitale, diventate ormai terra di nessuno.

Tutto ciò non accade perché chi dovrebbe garantire l’ordine pubblico in Italia non lo fa. Tutto ciò accade perché chi dovrebbe garantire l’ordine pubblico in Italia è ostaggio di norme insensate, nate per tutelare dei baluardi ideologici sotto cui restano vittime anche le donne morte ammazzate e abbandonate. Lasciate sole dalla legge, dalla politica, dalla società civile che ha altro da fare, da chi scrive, da chi non sta attento e da chi pensa di non doversi immischiare anche per paura di rimetterci o di essere denunciato. Diciamo anche che in questo Paese l’attenzione si è spostata sui reati commessi dai colletti bianchi perché fanno notizia e perché due anni di intercettazioni a un presidente di Regione con relativo arresto e trattamento da boss della mala accresce il prestigio di chi apre il fascicolo. Mica possiamo stare lì a perdere tempo con due fidanzatini che litigano o con quella che viene definita “piccola criminalità” (piccola un corno). Quella in termini di assetti di potere non sposta niente mentre invece arrestare il politico sposta eccome. E mentre le procure continuano a considerare “minori” questi reati, trovando più gustoso fare i processi ai politici, c’è chi muore, c’è chi viene sfregiato con l’acido e c’è chi è vittima di violenza in casa propria, per le strade, nelle metro.

Viene da pensare che i posti più sicuri perché attenzionati dalle procure in questo Paese siano i palazzi delle varie giunte regionali. E intanto la politica dorme e si frega le mani quando il solerte procuratore apre il fascicolo contro l’avversario e mai contro chi occupa la casa di “nonna Maria”. E nei momenti di veglia si interroga sugli splendidi risultati del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Anche voi vi starete sicuramente chiedendo quale grande opera possa mai aver realizzato per avere il plauso e l’invidia di tutti. Ebbene, possiede un account Instagram da 140mila follower, con 2136 post all’attivo e un profilo TikTok con 130.740 follower e 5 milioni di like.

Scorrano pure i titoli di coda su questa vicenda perché il circo della politica è già impegnato a muovere l’aria parlando di dazi, quelli americani, che probabilmente non entreranno mai in vigore perché hanno una funzione deterrente prima della trattativa. Ma ai saltimbanchi nelle aule parlamentari ciò non interessa perché il circo delle dichiarazioni è già in moto e il carrozzone non si ferma mai. E allora diciamocelo pure: questa vacuità ha veramente “rotto il dazio”.

Aggiornato il 10 aprile 2025 alle ore 16:02