Prodi & Franceschini: lui è peggio di me

C’è un dilemma che ormai da qualche ora mi assale e a cui proprio non riesco a dare risposta: è peggio Romano Prodi, che tira i capelli a una giornalista dopo aver ricevuto una domanda sgradita, e poi, nel vano intento di giustificare il suo gesto, partorisce, una dopo l’altra, tutta una serie di ridicole attenuanti, senza tuttavia mai scusarsi con la malcapitata; oppure è peggio Dario Franceschini, che, nel tentativo di spostare il focus del dibattito e correre in soccorso dell’anziano Professore in difficoltà, propone di eliminare per sempre dell’anagrafe il cognome dei padri? Davvero arduo poterlo stabilire con certezza, vista anche la genialità di certe proposte e la comprovata originalità di alcune risposte. Probabilmente, le due posizioni in questione tendono ad equivalersi e a completarsi a vicenda. Da un lato, c'è la trovata geniale del senatore ed ex segretario dem, il quale, suggerisce, al fine di superare quell’ingiustizia secolare fonte culturale e sociale della disuguaglianza di genere della peggio specie, che, da ora in avanti, tutti i nuovi nati possano ereditare il cognome della madre, e non più quello paterno.

Una “cosa semplice”, come la definisce il firmatario della proposta, che, almeno nelle sue intenzioni, dovrebbe fungere come una sorta di “risarcimentomorale nei confronti dell’intero genere femminile, dopo secoli in cui gli uomini hanno perpetrato un’intollerabile ingiustizia contro le donne, messa in atto mediante la forzosa assegnazione del cognome paterno ai figli. Una pratica davvero inaccettabile. Per certi versi persino ignobile, di certo discriminatoria. Ma per fortuna nostra c’è Dario Franceschini, il quale, con la sua provvidenziale proposta di sostituire il cognome del padre con quello della madre, potrà contribuire a scrivere per sempre la parola fine sull’annosa questione delle disuguaglianze di genere, riconoscendo così il giusto risarcimento all’universo femminile dopo i tanti, troppi soprusi subiti nel corso del tempo.

A coronare il tutto ci penserà, invece, il professor Romano Prodi, il quale, tra una pacca sulla spalla, un’affettuosa tiratina di capelli e diverse altre amorevoli “gestualità familiari” di vario genere e specie, suggellerà il definitivo riscatto del genere femminile dopo lunghi secoli di dura oppressione patriarcale.

Aggiornato il 28 marzo 2025 alle ore 17:27