Taccuino Liberale #33

Einaudi, la proprietà e Ventotene

Con una riflessione su: “Storico, economista, intellettuale. Luigi Einaudi tra liberalismo e democrazia”, oggi a Torino (ore 16.30) presso il Polo del ’900 (via del Carmine n. 13), in occasione della nona edizione della Biennale della Democrazia dedicata al tema “Guerre e Pace”, si conclude il ciclo di eventi per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi.

L’ultima lezione della Scuola 2025 di Liberalismo, intitolata “La concezione liberale e democratica di Einaudi”, si svolgerà con Francesco Profumo, Roberto Marchionatti e Pietro Garibaldi, alla presenza del ministro Gilberto Pichetto Fratin; Alberto Sinigaglia, presidente del Polo ’900; Giuseppe Vegas, presidente del Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi; Domenico Siniscalco, presidente della Fondazione Luigi Einaudi di Torino; Luca Einaudi, membro del Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi; Beppe Facchetti, presidente del Centro Einaudi di Torino.

L’anno dedicato a Luigi Einaudi si era aperto il 25 marzo 2024 con un convegno presso la Sala Protomoteca del Campidoglio alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, pubblicato nche da questo giornale, e si è snodato per 12 mesi con un fitto calendario che si è svolto in gran parte d’Italia con oltre sessanta eventi.

Si è avuto modo di ricordare i tanti ruoli ricoperti da Luigi Einaudi, e rammentiamo oggi qui quello di Presidente della Repubblica (il primo eletto dal Parlamento), governatore della Banca d’Italia, senatore del Regno e della Repubblica, ministro, componente della Costituente, Rettore e professore universitario. Nel corso di questo anno si è colta l’occasione per conoscere o riscoprire il suo pensiero, il suo agire e interpretare i più alti compiti istituzionali del Paese, fissandone una eredità che si è cercato di diffondere anche tra i più giovani. Tuttavia oggi l’attenzione la vorremmo porre sulla “contemporaneità del suo pensiero” del suo essere liberale, perché sempre più spesso, dinanzi ai tanti eventi sulla scena nazionale ed internazionale a cui stiamo assistendo, ci potremmo chiedere cosa ne penserebbe Einaudi, cosa farebbe, o quale ammonimento ci imporrebbe. Sicuramente avrebbe molto da dire sui dazi paventati dagli Usa, ma altrettanto avrebbe da commentare sul Manifesto di Ventotene e la proprietà privata che tanto viene evocata in questi giorni. 

“La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio”, scrivevano a Ventotene nel 1941; “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti” recita l’articolo 42 della Costituzione, emanata nel 1948, solo sette anni dopo il Manifesto di Ventotene.

A quanto pare in questo Paese, quello che per i liberali è un diritto di libertà, individuale, inviolabile, fondamentale ed è riconosciuto anche che sia uno dei modi più alti attraverso il quale si esprime l’identità umana, è qualcosa che invece in fondo ripugna e ci sono purtroppo molti più invidiosi della proprietà privata che persone disposte a lottare per mantenere questo diritto sacro ed inviolabile per ogni individuo.

Sin dalla creazione del cosiddetto Stato liberale fra i diritti inviolabili spiccava la proprietà privata, principio alla base del sistema economico liberale (liberismo) basato sull’impresa privata e sulla libertà di concorrenza.

Einaudi si inserisce in questo solco e teorizza uno Stato liberale fondato su un’economia liberista che tuteli la libertà di iniziativa economica e il diritto di proprietà privata degli individui, basato sulla partecipazione giuridica dello Stato che deve però garantire piena autonomia libertà agli individui. Sappiamo che il suo contributo ai lavori della Costituente si sono concentrati su questo aspetto e sulla formulazione dell’articolo 81, in particolare il quarto comma, con il quale voleva porre un argine ai governi sempre propensi ad incrementare la spesa.

E tutti i suoi timori, tutte le sue soluzioni, derivanti dalle sue analisi, ed i suoi studi ancora oggi sono di una attualità disarmante perché i problemi di ieri sono anche i problemi di oggi, e le sue soluzioni ancora estremamente valide, sia per gli aspetti contenutistici offerti, che per il metodo, in quanto il carattere liberale e liberista che lo ha sempre pervaso, scevro da ogni forma ideologica tipica invece della sinistra di ieri, di oggi, e purtroppo anche di domani, gli ha permesso di elaborare teorie utili ieri, oggi e domani per tutelare la nostra proprietà privata, la nostra libertà, noi stessi come individui padroni e creatori del nostro successo e destino personale e non sudditi, sempre additati come evasori e sottoposti alle condizioni della maggioranza invidiosa del frutto del nostro lavoro.

Se volete approfondire il pensiero di Einaudi, potrete seguire dalle 16,30 via zoom l’evento a Torino cliccando qui.

Mentre on-line ci sono le lezioni della Scuola di Liberalismo che sono state dedicate ad Einaudi.

Noi continueremo a pensare che nel ’41 e nel ’48, ci hanno immaginato più sudditi che individui liberi di intraprendere, e guidati dal pensiero di Einaudi, continueremo a lavorare per realizzare e proteggere il diritto di proprietà privata, quale diritto di libertà individuale inalienabile.

(*) Leggi il Taccuino liberale: #1#2#3#4#5#6#7#8#9#10#11#12#13, #14

Aggiornato il 28 marzo 2025 alle ore 16:27