Il biocontenimento delle malattie diffusive in aree frontaliere e le collaborazioni con enti sanitari internazionali
Desideriamo con la presente e breve riflessione, dopo il nostro precedente articolo, riprendere la sintetica segnalazione sulla rilevanza di Frontex nel suo difficile compito di Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera, a cui compete la complessa gestione integrata delle frontiere esterne dell’Unione europea. Tra le varie articolate implicazioni di tali attività riteniamo opportuno segnalare l’interessante circostanza costituita dalla mancata presenza tra le prerogative e le competenze di Frontex, in senso tecnico-istituzionale, dell’attività di contrasto e del contenimento delle malattie altamente diffusive. In verità, desideriamo porre in luce la circostanza secondo cui Frontex, come detto, in assenza di competenze istituzionalmente attribuite, ha sviluppato spesso molte sensibilità predittive e operative nei confronti dell’attività del biocontenimento. Avvertiamo metodologicamente l’esigenza di ribadire che, pur essendo il mandato istituzionale primario di Frontex non di tipo sanitario, le sue obiettive e istituzionali attività operative in uno alle partnership strategiche contribuiscono oggi a mitigare molteplici dei rischi sanitari transfrontalieri. In via brevemente esemplificativa segnaliamo che per biocontenimento normalmente ci si riferisce ai diversi livelli di sicurezza sanitaria, nonché alla sua importanza nei trasporti ospedalieri. Il biocontenimento è una pratica fondamentale nell’ambito della sicurezza biologica e dell’assistenza sanitaria. Infatti, con tale concetto ci si riferisce a un complesso sistema di procedure, protocolli, metodi e misure idonee a isolare e prevenire la diffusione di agenti patogeni come batteri e virus, in ambienti ospedalieri e nei trasporti di pazienti infetti. L’essenza del biocontenimento quindi è la protezione, il contrasto e il controllo della diffusione delle infezioni. L’obiettivo principale pertanto consiste nel contenere il rischio della contaminazione e della circolazione di malattie infettive, operando per minimizzare o eliminare del tutto la possibilità di trasmissione tra pazienti e personale medico. In ultimo, con l’accezione biocontenimento normalmente ci si riferisce all’individuazione e all’utilizzo di metodi, attrezzature ed equipaggiamenti che consentono il trasporto di quei pazienti che potrebbero causare il contagio di operatori sanitari e medici. Il biocontenimento è pertanto un metodo di isolamento finalizzato a evitare il contagio durante il trasporto e durante l’attività di cura nelle strutture sanitarie.
Frontex e la sua sensibilità istituzionale espressa con flessibilità operativa nella cooperazione e nell’interazione con enti istituzionalmente preposti al contenimento sanitario
Frontex costantemente svolge attività di monitoraggio dei flussi migratori e in continuità effettua l’analisi dei transfrontalieri ivi comprese le eventuali valutazioni sulle minacce alla salute pubblica legate alla mobilità dei detti flussi. Detta vigilanza e il relativo monitoraggio consente, anche possibilmente in via predittiva, di identificare eventuali focolai epidemici nelle aree di confine. Detto continuo e analitico monitoraggio potrebbe per la sua intrinseca capacità rendere possibile:
1) Un rilevamento precoce di anomalie transfrontaliere nei flussi di persone.
2) Una interessante e produttiva attività di coordinamento con le autorità sanitarie nazionali per le necessarie ed utili segnalazioni di anomalie sanitarie in maniera tempestiva.
3) Una utile e valida opportunità è costituita dalla integrazione e dalla condivisione di dati epidemiologici nei sistemi di allerta rapida Eurosur.
4) L’esercizio dei più semplici e generali controlli sanitari alle frontiere.
In collaborazione con gli Stati membri, Frontex coopera condividendo mediante:
1) Screening primari per sintomi riconducibili a malattie infettive.
2) Implementazione di protocolli di isolamento temporaneo presso le frontiere.
3) Effettuazione di corsi di formazione del personale di frontiera sul riconoscimento di patogeni ad alta trasmissibilità.
4) Gestione delle crisi sanitarie.
Al verificarsi di gravi emergenze per l’improvviso insorgere di malattie ad alto grado di diffusione, l’Agenzia Frontex è già presente e operativa per mobilitare tempestivamente idonee risorse attraverso:
1) Il suo capillare dispiegamento dello Standing Corps alfine di contribuire significativamente al rafforzamento dei controlli.
2) La condivisione nell’utilizzo del Technical Equipment Pool con dispositivi di protezione individuale.
3) L’immediata predisposizione e attivazione di corridoi umanitari finalizzati all’immediato contrasto e conseguente riduzione del rischio di contagio.
Frontex e la cooperazione con enti sanitari internazionali
Frontex ha sviluppato e pianificato possibili attività di coordinamento da attivare con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La specifica collaborazione in tema di biocontenimento, formalizzata nel 2024, prevede:
1) Attività di sviluppo di linee guida comuni per il triage sanitario alle frontiere.
2) Attività di coordinamento e di condivisione di best practice sul biocontenimento nei centri di accoglienza.
3) Attività di elaborazione e attuazione di progetti pilota aventi il fine di tracciamento dei contatti in contesti migratori.
Frontex coopera con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) dette collaborazioni operative prevedono:
1) La condivisione integrata dei dati epidemiologici dell’Ecdc nei sistemi di risk analysis di Frontex.
2) Programmi di formazione congiunti su patogeni emergenti.
3) Predisposizione e condivisione di simulazioni annuali di crisi sanitarie transfrontaliere.
Frontex coordina con la Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom):
1) Protocolli aventi lo scopo di monitorare i possibili rischi di diffusione di malattie per definire la migliore e la più idonea quarantena volontaria dei migranti.
2) Predisporre idonei strumenti di traduzione e di informazione sull’uso dei kit sanitari multilingue per la prevenzione delle malattie infettive.
3) Monitoraggio e analisi delle condizioni di salute nei centri di transito.
Tecnologie per il biocontenimento
Frontex inoltre ha già provveduto a predisporre soluzioni innovative attraverso progetti di ricerca e sviluppo, e ciò precisamente mediante:
1) Sistemi di rilevamento termico avanzato.
2) Adozione di termocamere hyperspettrali per lo screening non invasivo.
Piattaforme di diagnostica rapida:
1) Dispositivi portatili per l’identificazione di patogeni in 15 minuti.
2) Modelli predittivi basati su Ai: Analisi dei flussi migratori per anticipare rotte a rischio epidemico.
Le attività di Frontex si svolgono nell’ambito del quadro giuridico e delle sfide operative infra sinteticamente indicate
In via esemplificativa e certamente non esaustiva si può segnalare che le prevalenti attività sanitarie di Frontex operino nel quadro normativo indicato:
1) Articolo 10 del Regolamento (Ue) 2019/1896 sulle competenze in gestione delle crisi.
2) Direttiva 2001/83/Ce sui dispositivi medici utilizzati alle frontiere.
3) Protocolli dell’International Health Regulations (2005).
Inoltre, evidenziamo che le principali sfide di ermeneutica giuridica che si pongono innanzi a Frontex includono:
1) Bilanciamento tra controllo sanitario e diritti fondamentali.
2) Armonizzazione dei protocolli sanitari tra Stati membri.
3) Limitazioni nella giurisdizione sanitaria diretta.
Caso storico: risposta alla crisi del virus Lassa (2024)
In breve sintesi riteniamo di porre attenzione sull’intervento preventivo e in via precauzionale operato da Frontex di concerto con l’Oms e precisamente:
1) La tempestiva attivazione di 12 team medici mobili nelle frontiere Ue terrestri orientali.
2) Riduzione del 68 per cento dei casi importati rispetto alle proiezioni.
3) Immediata implementazione di un sistema di tracciamento digitale dei contagi.
Conclusivamente, riteniamo opportuno segnalare che Frontex rappresenta oggi un importante protagonista nella fase predittiva e preventiva dell’attività finalizzata alla tutela della sicurezza sanitaria europea, integrando capacità di confine con expertise medica internazionale. L’avvio delle collaborazioni con Oms, Ecdc e Iom costituiscono un tangibile modello efficace di risposta multilivello alle minacce epidemiche, e ciò nonostante permangano attive ed incalzanti le sfide nell’armonizzazione operativa, il tutto come ad oggi effettuato, nel rispetto dei diritti umani.
Aggiornato il 28 marzo 2025 alle ore 16:26