La spina nel fianco

Nelle scorse ore abbiamo appreso che, quello che dovrebbe essere verosimilmente vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti e Infrastrutture (Matteo Salvini), è stato contento per l’uscita del Santo Padre dal Policlinico Gemelli e così scrive su X sul Pontefice: “Le sue parole e il suo costante impegno per la Pace e il Disarmo sono un monito importante da ascoltare e recepire, oggi più che mai”. Per la verità Francesco spesso si esprime a favore dell’ospitalità, un sentimento che evidentemente non fa parte del “bagaglio culturale” del Salvini, il quale ha anche fatto modificare il template dei suoi messaggi social. Tramite i quali spara contro tutti, governo di cui fa parte compreso: come faceva ai tempi Antonio Di Pietro. In questo periodo obiettivo delle stilettate Matteo Salvini e sono Antonio Tajani e Giorgia Meloni. La tattica del leader della Lega è abbastanza evidente: prima spara le sue bordate contro chi ritiene essere il suo obiettivo del momento reputando questi attacchi strumento per ottenere consensi; successivamente vota, come se nulla fosse, in modo compatto con le altre componenti dell’Esecutivo. Il problema è semplicemente che non se ne può più. Una macchia sulla destra moderna e di Governo. Non è giusto, né opportuno in questi momenti, che il Governo sia costretto a vivere con questa spina nel fianco. Questo è un tipo capace di lanciare sui social l’hashtag Occupy Bruxelles! così come se nulla fosse. Sta continuamente lacerando l’immagine del Governo Meloni e non solo. “La politica dei dazi può essere un’occasione per un ulteriore guadagno per le imprese del sistema Italia”. Tutti avranno visto sicuramente in giro gruppi di imprenditori gaudenti al solo parlare di dazi. Un giudizio su tutto: immigrazione, Papa, politica estera, strategie energetiche, economia ed educazione sessuale nelle scuole, turismo balneare. Parla al telefono con il vicepresidente americano J. D. Vance, ma alla fine torna a casa come Lassie.

Aggiornato il 24 marzo 2025 alle ore 10:40