Il discorso di Giorgia Meloni

Settimana di fuoco per la premier dopo il discorso in Senato. Ma questa volta non ne sbaglia una. Giorgia Meloni è sotto i riflettori dopo il suo discorso in Aula. Come sempre, polemiche a raffica: attacchi dalla sinistra, critiche su Ventotene, dibattiti sul rapporto con gli Usa e il ruolo dell’Europa nella guerra in Ucraina. Ma, al di là delle reazioni, una cosa chiara è che la presidente del Consiglio ha mostrato una lucidità che in Europa spesso manca. Mentre nel Vecchio continente ci si perde tra ideologie e calcoli elettorali, Meloni ha parlato di cose concrete. Difesa comune, rapporti transatlantici, politica commerciale, guerra in Ucraina, integrazione europea: su tutto ha preso posizioni nette e difficili da contestare.

Difesa comune: più sostanza, meno illusioni

Che l’Europa debba rafforzare le proprie capacità militari è un dato di fatto. L’instabilità globale lo impone e Meloni lo ha detto chiaro: servono investimenti seri. Ma senza farsi illusioni. Si parla tanto di “autonomia strategica”, come se l’Europa potesse difendersi da sola. Peccato che senza la Nato questo resti un miraggio. Il punto non è costruire un sistema militare indipendente dagli Usa – semplicemente irrealistico oltre che sbagliato – ma rafforzare le capacità europee dentro il quadro atlantico. E attenzione, riarmo non significa solo acquistare armi. Servono infrastrutture, logistica, tecnologie avanzate, integrazione industriale. Costruire un esercito efficiente non è questione di budget, ma di strategia. Più pragmatismo, meno utopie.

Rapporti con gli Usa: evitare la guerra commerciale

Altro tema cruciale: le tensioni economiche con gli Stati Uniti. Con l’America che spinge sul protezionismo (in risposta a quello europeo però, va detto) e l’Europa che minaccia ritorsioni, il rischio è una guerra commerciale. E chi ci guadagnerebbe? Nessuno. I dazi americani sono un problema, ma rispondere con nuove barriere doganali sarebbe un suicidio economico. Un’escalation di misure punitive danneggerebbe le imprese italiane ed europee, con conseguenze a cascata su occupazione e crescita. E la Meloni lo sa bene. L’Italia, e anche Bruxelles, ha tutto l’interesse a mantenere un rapporto solido con Washington. Nel contesto attuale, la soluzione non è alzare muri, ma negoziare per un nuovo equilibrio commerciale.

Ucraina: Trump ha una strategia, l’Europa no

E poi c’è la guerra in Ucraina. Qui l’Europa ha un problema evidente su come arrivare alla pace. Finora si è parlato solo di aiuti militari – giusti e necessari, nessuno lo mette in dubbio – ma senza mai porsi la domanda chiave: come finisce questa guerra? Donald Trump, invece, ha detto chiaramente che vuole chiuderla il prima possibile. E Meloni ha fatto bene a prendere sul serio questa prospettiva. Non possiamo permetterci di restare a guardare mentre gli Usa guidano il processo negoziale. L’Europa ha già dimostrato di non saper prendere l’iniziativa, ma almeno deve avere l’intelligenza di sedersi al tavolo giusto. E quel tavolo è al fianco di Washington.

Ventotene: meno dogmi, più realtà

La presidente ha poi toccato un altro tema spinoso: il Manifesto di Ventotene. Un testo che molti considerano quasi sacro. Ma è davvero ancora attuale? La realtà è che Ventotene immagina un’Europa basata sulla centralizzazione del potere, con gli Stati nazionali sempre più marginalizzati. Una visione legittima, certo, ma non l’unica possibile. Meloni ha avuto il coraggio di dirlo, scatenando il caos. Criticare quel modello non significa essere contro l’Europa, ma volerla diversa: meno burocratica, più vicina ai cittadini, più rispettosa delle identità nazionali. Ma quello della centralizzazione del potere non è l’unico punto scomodo. Il Manifesto teorizza che la proprietà privata possa essere limitata o abolita arbitrariamente dallo Stato. Un’idea inaccettabile, inconciliabile con il pensiero liberale e libertario. Insomma, la premier ha parlato con chiarezza e concretezza. Niente slogan, niente retorica, solo buon senso. Ha messo in fila i problemi, ha spiegato le sue posizioni e ha dimostrato di avere una visione precisa, assolutamente condivisibile, su tutti i dossier più caldi. Dalla difesa ai rapporti con gli Usa, dalla guerra in Ucraina al futuro dell’Europa, ha detto cose giuste e, soprattutto, fattuali. Questa volta, possiamo dirlo davvero, su tutti i temi chiave non ne ha sbagliata una.

Aggiornato il 21 marzo 2025 alle ore 11:37