ReArm Europe, Pd: il congresso non è ancora scongiurato

Il Pd, dopo la spaccatura registrata in Parlamento europeo sul ReArm Europe, si ricompatta. Almeno per ora. Nel braccio di ferro con la minoranza interna, Elly Schlein ha avuto la meglio, ottenendo che nel documento sulla risoluzione dem del riarmo europeo fosse scritto che occorre “una radicale revisione” del piano presentato da Ursula von der Leyen. Una formula che, come vuole la segretaria, critica aspramente il progetto della presidente della Commissione europea, senza però ignorare la posizione dell’area riformista capitanata dal presidente del partito Stefano Bonaccini. Resta poi in piedi il tema del “chiarimento politico” evocato da Schlein dopo la frattura del partito in Europa. Malgrado la prova di unità sulla risoluzione e la crescita del numero dei contrari all’idea di un congresso, l’ipotesi di una conta non pare ancora del tutto archiviata. L’accordo sul documento sul riarmo Ue è stato trovato ieri, durante l’ennesima riunione del gruppo ristretto che si stava occupando della questione. Il clima si è subito rasserenato: la dimostrazione c’è stata ad avvio della seduta congiunta di senatori e deputati, convocata proprio per discutere la risoluzione. L’incontro si è aperto con un applauso distensivo al capogruppo Francesco Boccia, che compiva gli anni. “Siamo gli unici che in tutta questa vicenda entrano nel merito delle questioni – ha spiegato Schlein – dicendo sì alla difesa comune e dicendo come dobbiamo costruirla. E dicendo no al riarmo dei singoli 27 Paesi”. Soddisfatto il coordinatore della minoranza interna, il senatore Alessandro Alfieri: “Penso si sia fatto un positivo lavoro di condivisione. Davanti alle divisioni del centrodestra, noi ribadiamo con nettezza le linee di fondo della nostra politica estera. Pieno sostegno all’Ucraina con ogni mezzo necessario e coinvolgimento della stessa nei principali strumenti che incentivano la costruzione della difesa europea”.

Stefano Bonaccini, un’intervista al Messaggero, ha detto che “il merito di aver trovato una quadra nel Pd è di tutti. Ed è la dimostrazione che le posizioni erano molto più vicine di quello che si è detto. Sono due anni, da quando Elly è segretaria, che lavoriamo assieme per tenere unito il Pd, memori delle troppe divisioni avvenute in passato”. Secondo l’ex governatore dell’Emilia-Romagna, “tutto il Pd chiede una difesa comune europea, anziché il riarmo dei singoli Stati senza condizionalità di convergenza. Abbiamo indicato con chiarezza tutte le cose che vanno corrette del piano von der Leyen e abbiamo chiesto al Governo di esprimersi con altrettanta chiarezza. Ma è proprio il punto su cui la destra va in difficoltà, perché gli opposti sovranismi di Giorgia Meloni e Matteo Salvini impediscono di investire sull’Europa e perché entrambi non riescono a prendere le distanze dalle irresponsabili politiche di Donald Trump, dazi compresi. Abbiamo un Governo senza una chiara e autorevole politica estera”. Rispetto al Pd “il confronto è sempre necessario in generale” ma “non vedo alcuna necessità di convocare un congresso, anche perché c’è una segretaria pienamente legittimata a guidare il partito, che ha la sua forza nell’essere plurale”. Ma in caso di congresso, gli viene chiesto, chi sarebbe il candidato alternativo a Elly Schlein? Pina Picierno o Antonio Decaro? “Non abbiamo bisogno di alternative a Schlein, ma piuttosto, insieme a Schlein, di rendere sempre più forte il Pd”. Il 5 aprile, alla piazza anti-riarmo di M5s, i dem ci saranno? “Il Pd ha fatto bene ad andare sabato a quella bellissima e partecipatissima manifestazione per l’Europa che si è tenuta a Piazza del Popolo. E penso che il M5s abbia perso una buona occasione”. Quanto all’alleanza con Giuseppe Conte, Bonaccini glissa: “Mancano due anni e mezzo alle elezioni politiche. C’è tutto il tempo, se ci sarà la volontà, per comporla”.

Aggiornato il 19 marzo 2025 alle ore 16:42