Riarmo europeo: il Pd rischia il congresso

Dopo la spaccatura sul voto al ReArm Europe, il Partito democratico torna a vivere sull’orlo di una crisi di nervi. C’è chi, tra i fedelissimi di Elly Schlein, agita persino lo spauracchio del congresso anticipato. Oggi, nella riunione congiunta di senatori e deputati Pd, la segretaria è stata chiara. “Siamo gli unici – ha detto – che in tutta questa vicenda entrano nel merito delle questioni, a dire sì alla difesa comune e a dire come dobbiamo costruirla quella difesa comune, a dire no a ciò che va, con strumento europeo, a sostegno del riarmo dei singoli 27 Paesi. Le critiche sono puntuali, così come è chiaro, come chiediamo di cambiare le proposte che non vanno nella direzione di creare le basi di una vera difesa comune. Quindi abbiamo tutti gli elementi anche nel dibattito al Senato e alla Camera per far valere questa posizione e anche per far emergere tutta la contraddizione, la debolezza e l’inadeguatezza di questo Governo”. Ma su questa visione il presidente del partito, l’europarlamentare Stefano Bonaccini, anche se in privato ha espresso non pochi dubbi, pubblicamente professa un ecumenismo di maniera. Sull’Europa “troveremo un accordo, ci mancherebbe altro. Già nel voto di oggi al Senato e domani alla Camera si ricomporrà qualsiasi tipo di strappo”.

Lo ha detto Bonaccini a Start su SkyTg24. “Non credo proprio ci sia bisogno di un congresso” del Pd, ha quindi aggiunto ricordando, tra l’altro, che “ci sono 6 regioni che vanno al voto in autunno” e che rappresentano “un terzo degli italiani”: “È quindi – ha osservato – un test politico. Ecco, io penso che di questo dobbiamo occuparci. Dell’alternativa a questa destra. Io lavoro come sempre per unire – ha sottolineato – e all’interno di un grande partito possono esserci posizioni differenti”. Parlando della questione europea che passa attraverso il doppio appuntamento parlamentare con le comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, Bonaccini ha spiegato: “Questo è il primo passo per arrivare, con il tempo, a quella che chiamiamo Difesa comune. L’ombrello americano con Donald Trump – ha ricordato – non ci sarà più” ma “noi pensiamo a una Difesa comune europea. Non siamo per ReArm Europe ma per una Difesa comune. Il riarmo dei singoli Paesi sarebbe un errore”.

Aggiornato il 18 marzo 2025 alle ore 17:54