Foibe: “ricordare un dovere di verità e giustizia”

Una tragedia spesso rimasta sotto il velo dell’oblio. Oggi è il Giorno del Ricordo, momento in cui tutta l’Italia si ferma per onorare le vittime delle foibe e il dramma dell’esodo giuliano-dalmata, una ferita rimasta a lungo nascosta poco narrata. “Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica”, ha scritto sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, condividendo un video della sua visita dello scorso anno alla Foiba di Basovizza, che è stata indecentemente vituperata nei giorni scorsi. La cerimonia ufficiale si è svolta al Quirinale, dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiuso l’evento con un discorso. Tra i presenti, molte figure di spicco del governo: oltre a Meloni, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che è intervenuto sul tema, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro dello Sport Andrea Abodi e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. In prima fila anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè

“Oggi riportiamo al cuore centinaia di migliaia di storie e restituiamo loro la dignità che meritano. Oggi onoriamo la memoria dei martiri delle foibe e torniamo ad abbracciare tutti i nostri connazionali che decisero di abbandonare tutto pur di non rinunciare alla propria identità. Italiani due volte, per nascita e per scelta”, ha dichiarato Meloni in una nota ufficiale. Parole che pesano, che risuonano come un monito a non permettere che questa tragedia venga mai più minimizzata o dimenticata. “La storia delle foibe e dell’esodo non appartiene solo a una porzione di confine o alle comunità degli esuli, ma a tutta la Nazione. Ha sconfitto la congiura del silenzio e nessun tentativo negazionista o giustificazionista potrà mai più cancellarla”.

Nel suo intervento, anche Tajani ha ribadito quanto sia fondamentale tenere viva questa memoria collettiva: “Il Giorno del Ricordo ci pone a confronto con una pagina tragica della storia nazionale, fatta del martirio di innocenti e dell’esodo forzato di centinaia di migliaia di esseri umani, colpevoli solo di essere italiani. Il ricordo è raccoglimento, omaggio alla memoria e riflessione su un passato che non deve ripetersi”. Il ministro ha poi tracciato un parallelismo con altre tragedie della storia: “La memoria delle foibe può essere accostata, nonostante i numeri diversi, a quella dei lager e dei gulag, per richiamare ogni giorno le nostre coscienze al dovere di custodire la pace, la libertà, la democrazia, la fratellanza tra i popoli”.

Un compito che non si esaurisce nel tempo, perché, ha sottolineato, “tutto questo non è mai acquisito definitivamente. È un dono che ci hanno fatto le generazioni passate, e noi abbiamo il dovere di custodirlo con coraggio e fermezza nel nostro Paese e in ogni luogo del mondo, dall’Ucraina al Medio Oriente, in cui questi valori sono messi in discussione dalla crudeltà nei conflitti. Solo così onoreremo come merita la memoria di questi nostri connazionali innocenti”.

Aggiornato il 10 febbraio 2025 alle ore 16:54