Meloni: lunga conferenza stampa con i giornalisti

Due ore e mezza, 41 domande e tanta carne al fuoco. La conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni – organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti – ha toccato i punti principali della politica del Paese, in un mix di momenti rilassati e alcuni decisamente più seri. Quando sembrava giunto il momento dei saluti, una domanda fuori programma su Gaza ha prolungato l’incontro, strappando un applauso dagli ospiti in prima fila, tra ministri ed esponenti politici. Non sono mancati appelli da parte dei giornalisti per una maggiore frequenza di incontri di questo tipo, ma il tema che ha dominato il confronto è stato il rapporto con Elon Musk. Almeno sei le domande sull’argomento, con Meloni che, tra una risposta e l’altra, è incappata in un lapsus confondendo il nome del patron di X con quello di Donald Trump. A un giornalista che ha iniziato dicendo “parliamo di lavoro”, la premier ha replicato ironicamente: “Del lavoro di Musk”, suscitando sorrisi in sala.

Non è mancato un botta e risposta divertente con il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che ha scherzato sulle risposte concise della premier: “Stava per battere il record di Mario Draghi”. Meloni, senza scomporsi, ha risposto: “Io ho detto sì, ma ho aggiunto altro, Draghi non lo faceva. Ora ci starò più attenta, vediamo se c’è qualcuno che si becca il sì netto o il no netto”. Tra i momenti più leggeri, spicca la domanda (in)aspettata del direttore di Agenzia Vista, Alexander Jakhnagiev: “Calpesta le formiche?” Una richiesta che ha colto Meloni di sorpresa e strappato qualche risata, spezzando la tensione di una mattinata comunque densa di contenuti.

Toni ben più seri si sono visti quando si è toccato il tema della sorella Arianna Meloni e di Matteo Renzi. Rispondendo sulle accuse di traffico di influenze che potrebbero coinvolgere la sorella, la premier ha dichiarato: “Non penso che i giudici abbiano messo nel mirino mia sorella, ma mi stupisce che le vengano addebitate numerosissime cose che non ci sono. Una cosa falsa può essere una svista, due cose false possono essere una coincidenza, ma quattro cose diventano una strategia. Mi interrogo su quale sia”. Quanto al senatore leader di Italia viva, Meloni ha espresso un giudizio netto sul doppio ruolo di parlamentare e consulente per Stati esteri: “Puoi lavorare per Stati e soggetti esteri, puoi lavorare per il Parlamento. L’unica cosa che non si può fare è farlo contemporaneamente”. La premier ha ricordato che Renzi si dimise dal Cda di una società russa nel 2022, ma ha ribadito che la norma recentemente introdotta è stata necessaria: “È francamente folle doverlo specificare nella legge, ma è stato indispensabile”.

Tra battute, stoccate e qualche scambio brillante, Meloni ha tenuto il palco con la consueta energia, senza rinunciare a un tocco di ironia che ha reso il confronto più dinamico.

Aggiornato il 09 gennaio 2025 alle ore 15:48