Il Consiglio d’Europa accusa forze dell’ordine e politici di xenofobia. Il Quirinale reagisce. Giorgia Meloni chiede rispetto e Matteo Piantedosi commenta, con indignazione, il rapporto dell’Ecri. Secondo il ministro dell’Interno la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza ha pronunciato delle parole assurde sui nostri poliziotti.
“È incredibile – sottolinea Piantedosi in un’intervista al Corriere della Sera – che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento”. Per il titolare del Viminale, “le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo quali baluardi della democrazia, della difesa dei più deboli e della vicinanza ai problemi quotidiani dei cittadini. Questa è la linea”. Rispetto al decreto sui rimpatri afferma: “La scelta di individuare per legge l’elenco – afferma ancora il ministro – si inquadra nell’ambito del rafforzamento del sistema dei rimpatri, proprio per completare l’azione proficua che stiamo svolgendo per contrastare le partenze irregolari. Rammento che tale rafforzamento è un obiettivo richiesto dalla stessa Ue. L’elenco non si fonda su elementi opinabili ma su precisi parametri nonché su informazioni acquisite da organizzazioni internazionali. Potrei dire che l’Italia non rimpatria persone in Afghanistan, come pure fanno altri Paesi europei di cui non è in dubbio la vocazione al rispetto dei diritti fondamentali delle persone”.
Piantedosi non crede che “si possa dire che ci siano stati attacchi alle toghe da parte del governo. Se può essere legittimo e comprensibile che i magistrati liberamente esprimano le loro opinioni credo che analoga prerogativa non possa essere negata alla politica. Ritengo importante che ogni possibile obiezione ai contenuti degli atti giudiziari sia effettuata attraverso le impugnazioni”. Sui centri in Albania: “Le nuove regole europee richiedono all’Italia di organizzarsi per l’accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone. Rinunciare all’opportunità di 880 posti che, in prospettiva, potranno offrire i centri in Albania sarebbe stato illogico. Quando il sistema andrà a pieno regime, la conseguente deterrenza sulle partenze irregolari determinerà un significativo risparmio sugli attuali costi dell’accoglienza”.
Aggiornato il 23 ottobre 2024 alle ore 16:02