Luigi Marattin si trova da tempo lontano dalle posizioni di Matteo Renzi. Il deputato di Italia viva non ha affatto gradito lo stop dell’ex premier al congresso del partito. Di più: il parlamentare non condivide la linea di avvicinamento al Pd di Elly Schlein. Ritiene questa fase alla stregua di una sconfessione del renzismo operata dallo stesso senatore di Rignano sull’Arno. Quanto al candidato del cosiddetto campo largo alla Presidenza della Regione Liguria, Marattin non nasconde una vera e propria repulsione. A suo avviso, “Andrea Orlando, persona stimabile, rappresenta una sinistra molto lontana da una sensibilità liberaldemocratica, per cui se fossi ligure non lo voterei. Lo pensava anche tutta Italia viva, fino a poche settimane fa”. Poi, aggiunge con perfidia: “Si diceva che contro di lui Giovanni Toti avrebbe vinto persino dai domiciliari”.
In un’intervista al QN, il deputato di Italia viva lancia una serie di stoccate sulle Regionali in Liguria e non solo. “Non credo – aggiunge Marattin – nelle coalizioni dove c’è tutto e il contrario di tutto e che stanno insieme solo per non far vincere l’avversario. Le abbiamo viste già nel 1996 e nel 2006, ed entrambe le volte sono collassate. E l’attuale campo largo, dominato da una logica statalista e anti-mercato, cerca di tenere insieme persone che la pensano in modo radicalmente opposto praticamente su tutto. Continueremo a lavorare alla creazione di un partito liberaldemocratico e riformatore, che sia autonomo dai due poli”. Secondo Marattin, “le battaglie per ciò in cui si crede e non solo per convenienza o tatticismo esasperato non sono mai inutili”.
Poi lancia un’espressione sibillina che presuppone future scissioni. “Sul congresso – afferma – si è ritenuto non opportuno sottoporre a discussione la decisione del leader e nei prossimi giorni ne trarremo le inevitabili conseguenze. Sono ancora sotto choc dal vedere, tutti i giorni, un esponente di Italia viva chiedere se per favore si può entrare nel campo largo. E vedere loro rispondere di no, che prima di farlo devono abiurare tutto ciò che ha costituito per un decennio la cifra del renzismo”. Rispetto alla base di Italia viva, Marattin afferma: “Alcuni usano metodi grillini, a quanto pare qualcuno ha adottato il motto se non puoi batterli, diventa come loro. Ma il tempo delle polemiche è finito. Ora bisogna ricominciare a costruire”. L’ultima battuta di Marattin suona come una porta chiusa in faccia a Matteo Renzi: “Bisogna archiviare per sempre la stagione dei partiti personali”. In buona sostanza, Marattin si prepara a fondare l’ennesimo partito centrista che rifugge da entrambi i poli. Ma il rovinoso risultato che Stati Uniti d’Europa (Italia viva, Più Europa e Psi, al 3,77 per cento) e Azione (3,36 per cento) hanno raccolto alle elezioni europee ha certificato il crollo del cosiddetto centrismo liberaldemocratico.
Aggiornato il 04 settembre 2024 alle ore 17:48