Alessandra Locatelli ha parlato di Autonomia differenziata, con i cronisti a Caivano (Napoli). Secondo la ministra per le Disabilità, “la scelta è importante ed è giusta”. A suo avviso, “può solo essere un’opportunità in più e una spinta verso la giustizia sociale proprio perché i livelli delle prestazioni sociali garantiranno equità in tutti i territori”. Locatelli ha inaugurato, insieme al Commissario straordinario di Governo Fabio Ciciliano, i luoghi nei quali sarà realizzato il progetto “Lo spazio dei talenti”. “Io non credo – ha aggiunto la Locatelli – che sia un tema che ha diviso, perché il Governo è compatto e ha dato la sua risposta. Ci sono delle Regioni che erano in prima linea per chiedere l’Autonomia differenziata qualche anno fa e oggi non vorrei che fossero anche prese di posizione politiche rispetto a quello che veramente serve ai contesti territoriali. Sono convinta che, soprattutto in ambito sociale, l’individuazione dei livelli delle prestazioni sociali possa solo aiutare le Regioni che ancora fanno più fatica a raggiungere determinati standard, per il bene di tutti i cittadini e per fare in modo che ogni cittadino possa avere le stesse opportunità, che sia in una regionale del Nord, del Centro o del Sud”. Sul possibile referendum per abrogare la legge, la Locatelli afferma che “è sempre importante che i cittadini si possano esprimere”.
Sul fronte opposto, Eugenio Giani ha manifestato la propria totale contrarietà. “Noi governatori – ha affermato il presidente della Toscana – siamo quasi tutti contrari all’Autonomia differenziata. Poi c’è chi non può dirlo per disciplina di partito allora noi facciamo questa battaglia anche per loro”. Intervistato dalla Stampa, Giani ha parlato di una “battaglia che punta dritta al referendum abrogativo della legge firmata dal ministro Roberto Calderoli. Ci stiamo coordinando con le altre quattro Regioni amministrate dal centrosinistra – ha spiegato – per muoverci insieme ed evitare così di dover raccogliere le firme”. Giani si è definito “un regionalista convinto”. Il governatore toscano crede “nelle maggiori competenze delle Regioni. Ma il problema è come si persegue questo obiettivo. Serve un regionalismo equo e solidale, come quello voluto dai padri costituenti, non un regionalismo autarchico. Ero d’accordo con la proposta che circolava durante il secondo Governo Conte, con Francesco Boccia ministro per gli Affari regionali. Ma il testo di Calderoli è un’altra cosa”.
Aggiornato il 05 luglio 2024 alle ore 17:13