Il Disegno di legge sulla cybersicurezza nazionale è stato approvato. Esulta il sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano. “Esprimo apprezzamento e soddisfazione – afferma – per l’approvazione definitiva da parte del Senato del Disegno di legge del Governo sulla cybersecurity: è un testo che ha trovato arricchimento e positiva integrazione nel percorso parlamentare, grazie anche al contributo emendativo delle opposizioni. Da oggi l’intero sistema della sicurezza nazionale, e in particolare quello cyber, che è diventato il fronte principale di attacchi da parte di soggetti statuali ostili, viene finalmente dotato di strumenti operativi più adeguati a respingerli”. Secondo Mantovano, “viene allargato il cosiddetto perimetro dei soggetti tenuti a rafforzare le proprie difese. È individuata una procedura di allarme e di collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza, per gli interventi riparatori, viene definita la modalità di intervento quando ci sono competenze concorrenti per esempio di Acn e della polizia giudiziaria, viene rafforzata l’azione contro i cybercrime, con l’individuazione di nuove fattispecie di reato e l’uso di più efficaci strumenti di indagine. La responsabilità passa dal Parlamento, che ha meritoriamente licenziato il testo a pochi mesi dal suo varo da parte del Consiglio dei ministri, a tutti i protagonisti del sistema cyber, ciascuno per quanto di propria competenza”.
LE NOVITÀ DEL DISEGNO DI LEGGE SULLA CYBERSICUREZZA
Più strumenti alle Pubbliche amministrazioni per prevenire e contrastare gli attacchi informatici e limitarne il più possibile i danni, nuove misure sulle competenze dell’Agenzia per la cybersecurity nazionale, ma anche modifiche al Codice penale e al Codice di procedura penale per rendere più stringente la lotta contro i reati commessi attraverso la rete. Il Senato ha approvato in via definitiva il Ddl sulla cybersecurity. Il testo si snoda in 24 articoli. Ecco alcune delle nuove misure introdotte. Aumenti di pena per reati come l’accesso abusivo a un sistema informatico (se commesso da un pubblico ufficiale la reclusione va da due a dieci anni); il danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (reclusione da due a sei anni e, se aggravata, da tre a otto anni). Al Codice penale viene aggiunta (articolo 629) una nuova previsione con la disciplina in tema di estorsione realizzata attraverso la “consumazione di reati informatici”. Chiunque “costringe taluno a fare o a omettere qualche cosa, procurando a se’ o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 5mila a euro 10mila. La pena è della reclusione da otto a ventidue anni e della multa da euro 6mila a euro 18mila, se concorre taluna delle circostanze indicate nel terzo comma dell’articolo 628 nonché nel caso in cui il fatto sia commesso nei confronti di persona incapace per età o per infermità”.
Aggiornato il 20 giugno 2024 alle ore 16:28