La nuova assemblea del Parlamento europeo sarebbe orientata sul centrodestra, ma in troppi temono una deriva illiberale della destra “estrema”, per una sorta di Conventio ad excludendum fondata sul richiamo, di comodo, a fantasmi del passato.

Eppure, il fatto che il gruppo più ostracizzato si chiami Identità e democrazia dovrebbe pur dire qualcosa, sul piano della scelta di principi. In particolare, la Lega di Matteo Salvini ha, per esempio, retto meglio del previsto alla concorrenza, più fiammeggiante, dei conservatori europei di Fratelli d’Italia, perché, tra gli elementi di valutazione, è stata più pronta a rispondere all’offerta del Partito liberale italiano, che ha rinunciato a presentare proprie liste per sostenere tutto il centrodestra.

Il carattere del Pli, infatti, è quello di essere nato (nel 1922) per dare forma all’eredità della Destra storica. Adesso, dopo varie sbandate, con la segreteria di Roberto Sorcinelli, è tornato alle origini. Se, facendo perno su questa scelta, parlamentari italiani conservatori, popolari e identitari, trascinando con sé rappresentanti di altre nazioni, anche magari del gruppo liberale refrattari al dilagare “liberal”, si costituissero in un intergruppo di “liberali paneuropei”, darebbero un grosso contributo alla possibilità di un’alternativa politica nell’Eurocamera, fedele alla cultura originaria del processo d’integrazione, senza derive stataliste.

Aggiornato il 17 giugno 2024 alle ore 12:56