M5s, Conte: “La sconfitta è colpa mia, ma rimango leader”

Il dibattito tra i pentastellati prosegue. Lo stato di crisi è permanente. Dopo la batosta delle Europee (9,99 per cento), Giuseppe Conte è l’imputato numero uno dell’universo grillino. Tuttavia, l’ex premier rivendica l’originalità grillina. “Noi 5 stelle – afferma – non saremo mai un partito tradizionale, uno di quelli che costruisce apparati di potere e fa di tutto per continuare a gestirli. Se perdessimo la nostra forza innovatrice, sarebbe meglio estinguerci. Ma a oggi non vedo affatto questo rischio”. Lo dice al Fatto Quotidiano il leader del Movimento 5 stelle. L’ipotesi dimissioni “è stato un atto di responsabilità per aprire una seria riflessione interna. Ne è nata una discussione molto schietta. Nessuno, tra tutti quelli intervenuti, ha posto il tema della mia leadership. Ma la mia guida è funzionale a un progetto, per cui torneremo a discutere di questo nella Costituente. Nel momento in cui non fossi più utile al progetto, mi farei da parte”.

Rispetto alla campagna elettorale “mi assumo tutta la responsabilità del risultato, per non aver mobilitato i cittadini convincendoli dell’importanza di rinnovarci la fiducia. I cittadini hanno sempre ragione, ma non ha senso dire che abbiamo sbagliato temi che hanno radici profonde nei nostri principi e nei nostri valori, che per noi non sono derogabili. Abbiamo casomai sbagliato nel declinarli e comunicarli”. La regola dei due mandati “è un tema delicatissimo, di cui si discuterà anche nell’assemblea. Confido solo che nessuno assuma questo tema come il capro espiatorio delle sconfitte elettorali o come il talismano della nostra esistenza. Una comunità matura affronta il problema in modo serio, collegandolo al tema della crescita sui territori. Per Beppe Grillo i due mandati sono una regola fondativa”. Rispetto al rapporto col Pd, Conte chiarisce: “Abbiamo sempre detto che questo voto sarebbe stato un singolo passaggio di un percorso più ampio, necessario per costruire l’alternativa al governo Meloni, e questo vale anche oggi. Noi lo intendiamo come un confronto tra pari, nel rispetto dei nostri valori e delle nostre peculiarità”.

Intanto, tra le ipotesi in campo oltre alla riconferma di Conte figura anche l’idea di un azzeramento totale per affidare le chiavi del Movimento all’ex sindaca della Capitale Virginia Raggi. Non a caso, il fondatore, nella sua trasferta romana, oltre a incontrare l’ex presidente del Consiglio ha visto anche la pasionaria, attenta osservatrice dell’ortodossia grillina delle origini e promotrice dell’idea di un M5s alternativo al centrosinistra e al centrodestra. “Beppe Grillo? Mi ha detto che c’è e ci sarà sempre per il Movimento. In questa fase di difficoltà sarà facile vederlo più spesso”. Lo sostiene Raggi in un’intervista al Corriere della Sera. “Conte – prosegue – è stato presidente del Consiglio, dimostrando grandi capacità. Non è in discussione. Ma occorre ammettere che il M5s ha iniziato ad avere problemi quando si è chiuso in sé stesso. C’erano luoghi di aggregazione, anche online, dove si dibatteva liberamente e si portavano i temi all’attenzione dei portavoce. Era l’idea di Gianroberto Casaleggio. Occorre chiedersi se abbiamo ancora questa capacità, questa idea, trovare di nuovo il nostro ruolo in politica”.

“Serve velocemente – afferma Raggi – una fase ricostituente. Si deve creare un’agenda, parlare di temi e non di leadership o regolamenti. Ripartire dalla nostra identità, dai nostri metodi e lavorare sul coinvolgimento dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, correggendo quello che magari non ha funzionato, ma senza snaturarci completamente”. Rispetto al cambiare la regola dei due mandati che tocca i big storici come lei, Raggi osserva: “Parlare di questo tema come se fosse la vera causa della débâcle alle Europee è fuorviante. Gli schemi destra-sinistra fanno parte del passato. Se chiede oggi a un ragazzo, non sa di cosa si tratti. D’altronde per decenni hanno fatto le stesse politiche sia a destra che a sinistra. Il M5s deve ritrovare una delle proprie caratteristiche: essere alternativo al sistema politico tradizionale. Schiacciarci sulle posizioni della destra o con la sinistra, ci snatura e rende irriconoscibili”.

Aggiornato il 17 giugno 2024 alle ore 16:27