“Sono fiera del fatto che a un anno e mezzo di distanza mi chiamino ancora Giorgia, io temevo che il ruolo potesse creare una distanza, sono fiera del fatto che questo non sia accaduto, che le persone mi diano ancora del tu perché sì, borgatara, pesciarola, mi possono chiamare come vogliono, io sono sicuramente una persona che viene dal popolo”. Così Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ospite del Giorno della Verità a Milano. E aggiunge: “Loro hanno considerato questi epiteti il peggiore insulto, non capendo che per me non lo era, se è vero che sono borgatara e sono diventata presidente del Consiglio, vuol dire che il destino sulla carta non è determinato delle condizioni di partenza”.
La premier, poi, segnala che “mentre Cottarelli dice non mi chiamate Carlo ma dottor Cottarelli” perché laureato, “io dico bene, bravo, ma in Italia ci sono tanti che non sono stati nella condizione di laurearsi. Se puoi laurearti fai benissimo – sottolinea – se non sei in condizioni, non vuol dire che il tuo destino sia segnato, hai ancora tantissimi obiettivi che puoi raggiungere…. non ci sono i dottori e i pesciaroli e ciascun cittadino contribuisce al meglio”. Infine, ricorda che a lei è stato detto “di tutto, che sono pesciarola, non pesciaiola, borgatara e fruttivendola”.
Aggiornato il 15 maggio 2024 alle ore 15:43