“La riforma della giustizia serve a questa nazione, non perché ci smontano il decreto Cutro ma perché tutti siamo d’accordo che la giustizia non funzioni in Italia”. Così Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ospite del Giorno della Verità, a Milano. E ancora: “Bisogna avere il coraggio di intervenire come su tutte questioni che rallentano investimenti e sviluppo. Penso che nei prossimi giorni arriverà in Consiglio dei ministri anche la riforma della giustizia”. E in calendario potrebbe approdare o il 20 o il 29 maggio. Se il decreto sarà portato in Cdm il 20 maggio, non è da escludere che la separazione delle carriere venga affrontata nella riunione del 29.
Intanto Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, in un’intervista al Messaggero spiega: “Nessun controllo sui pm, ora si voti il decreto Nordio. L’ottica della riforma – va avanti – non è quella dei sacerdoti del diritto, dei druidi o dell’accademia, ma quella dei cittadini. È una questione di geometria costituzionale: giudice, avvocato e pm devono essere i tre angoli di un triangolo isoscele. Tutti equidistanti tra loro”. A seguire, commenta: “Il Governo, lo ha ribadito fermamente Antonio Tajani, non intende toccare né l’articolo 104, né il 112, che è quello relativo all’obbligatorietà dell’azione penale. Chiunque dica il contrario, non dice il vero e fa un gioco molto semplice che è quello di agitare pericoli inesistenti affinché diventino credibili, per servirsene secondo i propri bisogni. Ma con tutto il rispetto per i magistrati e l’Anm le riforme le scriviamo noi”. Infine, Sisto chiosa: “Ci sono tutte le possibilità politiche per portare a termine la separazione delle carriere grazie al fatto che abbiamo il Governo Meloni, forte e legittimato da un consenso popolare basato anche su questa riforma, che era nel programma elettorale di Forza Italia e della coalizione”.
Aggiornato il 15 maggio 2024 alle ore 13:52