Antonio Tajani, alla vigilia del 25 aprile, ricorda il fondatore di Forza Italia. Il senso di questa giornata è quello “che Silvio Berlusconi illustrò a Onna, il paesino abruzzese, già protagonista della Resistenza, devastato dal terremoto del 2009”. Lo afferma il ministro degli Esteri in un’intervista al Messaggero. “Parlò, in quel teatro di macerie anche di voglia di ricominciare – aggiunge – della festa del 25 aprile come festa della libertà riconquistata e come la festa di tutti gli italiani. Anche io la intendo così. Si tratta di una ricorrenza importantissima, alla quale non vanno date connotazioni politiche di parte, perché è la celebrazione dell’unità nazionale che riguarda sessanta milioni di persone”. “Credo fermamente che la Liberazione contenga un messaggio oltre che politico anche morale. Proprio perché riguarda la libertà”. Non si rischia di sottostimare la cultura antifascista?
“Non si rischia minimamente, e tantomeno io sono animato da un intento di questo tipo. Va detto però anzitutto che il fascismo è finito 70 anni fa. E in secondo luogo che la Costituzione repubblicana ha le sue fondamenta nell’antifascismo che perciò è un valore assoluto. Io domani alle Fosse Ardeatine celebrerò il 25 aprile”. Perché nel centrodestra ancora c’è qualcuno che ha difficoltà a dirsi antifascista? “Non credo che si debba chiedere ogni giorno a tutti quanti una dichiarazione di antifascismo. Perché l’antifascismo è insito nella Costituzione su cui tutti abbiamo giurato. Invece, non si fa che chiedere abiure anche a gente che generazionalmente non ha nulla a che vedere con la storia del totalitarismo novecentesco”.
Frattanto si registra lo stop della Commissione di Vigilanza all’audizione del direttore Approfondimento Rai Paolo Corsini e della conduttrice di Chesarà Serena Bortone dopo la mancata partecipazione di Antonio Scurati al programma di Rai 3. La maggioranza ha votato contro, con la motivazione di voler attendere l’esito dell’indagine interna, la proposta avanzata dal dem Stefano Graziano e sostenuta da tutta l’opposizione. Non è stata approvata nemmeno la richiesta dell’opposizione di sentire i due dopo l’8 maggio. Quel giorno, infatti, è programmata l’audizione dell’amministratore delegato Rai Roberto Sergio e del direttore generale Giampaolo Rossi. Secondo Maurizio Gasparri, “il caso Bortone appare chiaro. Sarà necessario comunque approfondire la vicenda quando l’8 maggio saranno ascoltati in commissione l’ad e il dg della Rai. In quella occasione potremo conoscere il primo esito delle verifiche in corso in Rai. Ma già fin d’ora le cose appaiono chiare”, ha sminuito. “Non c’è stata nessuna censura. Siamo di fronte a una strumentalizzazione, dovuta più alla preoccupazione di palinsesti futuri che a censure inesistenti. Insomma, più spettacolo che informazione”, ha concluso.
Ma il Pd non ci sta e in una nota, commenta duramente il comportamento del centrodestra: “È un grave strappo, una forzatura incomprensibile. Sono metodi già visti. La commissione di Vigilanza Rai viene silenziata a colpi di maggioranza. Cosa ancor più grave è che ciò avvenga alla vigilia della Festa della Liberazione. Il Parlamento deve essere messo nelle condizioni di fare luce su un caso grave di gestione della Rai. Di cosa hanno paura? Non saranno le sempre più insistenti indiscrezioni sui contatti diretti tra Palazzo Chigi e i vertici Rai per la gestione del caso Scurati a preoccupare Giorgia Meloni?”.
Aggiornato il 24 aprile 2024 alle ore 17:53