Viminale: dopo l’attentato di Mosca massima vigilanza

Nessun allarmismo”. Però, di certo, dopo l’attentato di Mosca sale il livello d’allerta, soprattutto per i giorni di Pasqua. Nella Capitale, per esempio, ci saranno la Via Crucis (venerdì) e la messa in Piazza San Pietro (domenica). Allo stesso tempo, un occhio attento servirà nei luoghi di massimo affollamento. Parliamo di aeroporti, di stazioni ferroviarie, di musei e di tutti quei siti di interesse culturale.

In mattina, al Viminale, va in scena la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. È convocata da Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno. Quel che viene fuori è un programma che verte, tra le altre cose, al monitoraggio – pure sul web – da parte delle forze di intelligence e di polizia per individuare, nel caso, le possibili situazioni di rischio relative al territorio nazionale. Come indicato dal Ministero, nel corso del tavolo viene effettuata una attenta analisi dell’attentato terroristico a Mosca, “anche ai fini dell’aggiornamento delle misure di prevenzione antiterrorismo già disposte”. Poi ci sono i numeri. Ovvero, dal 7 ottobre 2023 (data dell’attentato di Hamas contro Israele) a oggi risultano espulse per motivi di sicurezza 47 persone, di cui 9 con un provvedimento del ministro dell’Interno. Nell’anno in corso, per la cronaca, ammontano a 23 i provvedimenti, di cui 5 emessi sempre dal ministro dell’Interno.

Nelle ore precedenti Alfredo Mantovano, intervenuto a In mezz’ora, su Rai 3, ricorda come il nostro Paese mantenga, da sempre, una attenzione costante verso la minaccia terroristica “su più fronti”. E ancora: “Sul fronte del contrasto al terrorismo l’Italia realizza da anni un contrasto anticipato anche online, con sanzioni penali per chi organizza”.

Per il senatore Marco Dreosto, segretario Ufficio di presidenza commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama e segretario della Lega in Friuli-Venezia Giulia: “Con la rivendicazione dell’Isis-k per l’attentato a Mosca, è chiaro che il terrorismo e il fondamentalismo islamico sono ancora un pericolo per la nostra sicurezza. Necessario tenere alta la guardia anche in Italia, in particolare ad esempio in Friuli-Venezia Giulia, terra di arrivo di numerosi migranti provenienti dalla rotta balcanica. Paesi dei Balcani con già consistenti movimenti jihadisti presenti sul loro territorio possono essere interessati dal risveglio di cellule terroristiche dormienti con il rischio di infiltrazioni nei flussi migratori. Per questo – aggiunge – è necessario rafforzare i controlli ai confini e la cooperazione con Slovenia e Croazia”.

Aggiornato il 25 marzo 2024 alle ore 14:12