Le crepe del campo largo anche in Piemonte

Se a Berlino fanno crollare i muri, in Piemonte li alzano. E gli artefici di questa strategia, che pone le basi sul tafazzismo duro e puro, sono i cervelli del noto campo largo. Dopo la Sarabanda della Basilicata, con il centrosinistra che raggiunge la quadra sul candidato tra mugugni e polemiche, ecco l’ennesimo capitolo di questa sit-com che potrebbe regalare nuove perle.

Parliamo delle Regionali piemontesi, previste per l’8 e il 9 giugno. Il centrodestra compatto ripropone Alberto Cirio, confermatissimo. E dall’altra parte? Il caos. I dem locali non hanno voglia di perdere tempo. Così, spunta l’ipotesi di un braccio di ferro tra Chiara Gribaudo (area Schlein) e Daniele Valle (fronte Bonaccini). Il Nazareno nicchia, forse perché vuol capire meglio i desiderata di Giuseppe Conte. Fino al colpo di coda: ecco il nome di Gianna Pentenero, titolare dell’assessorato al Lavoro al Comune di Torino.

Tutti contenti? Manco per sogno. I Cinque stelle non accettano quello che sembra un fuori menù. A menare forte è Sarah Disabato, coordinatrice regionale M5s in Piemonte e capogruppo in Consiglio regionale. L’esponente dei grillini non gira troppo intorno alla questione. Dice che il Pd ora ha un suo nome. Pertanto, non ci sono più i motivi per un incontro. Anche perché da mesi intercorre una trattativa tra Cinque stelle e dem, segnala Disabato, per arrivare a un progetto condiviso. Solo che il Partito democratico, alla fine, esprime il proprio candidato. L’interlocutore M5s di “teatrini della vecchia politica” non ne vuole proprio sapere. E allora, puntuale come il Natale, ecco un’altra crepa.

Conte, pur cercando di tenere aperto il dialogo, sostiene che in Piemonte ci sia un problema. Anzi, un “problema oggettivo”. Ciò significa che, pur con non poche difficoltà, continuare l’interlocuzione con Elly Schlein, per delineare il profilo ideale, per esempio un elemento proveniente dall’alveo civico. Ciò, però, significherebbe accantonare Pentenero, dando un colpo di grazia alle energie locali. O popolari, che dir si voglia. Insomma, l’eventuale indicazione da Roma – con tanto di bolla – potrebbe fare danni. Così come una retromarcia, tipo quanto accaduto in Basilicata, non farebbe che facilitare la sconfitta.  

Insomma, tutte le strade – al momento – portano a un campo sempre più povero. Di idee, soprattutto.

Aggiornato il 18 marzo 2024 alle ore 14:34