“Genocidio termine inadeguato”: l’addio del consigliere Pd

Gaza spacca il Partito democratico. Daniel Nahum, consigliere comunale ed esponente della comunità ebraica di Milano, in Aula annuncia di lasciare il partito. Il motivo, spiega nell’assise pubblica, si lega – ed è in piena polemica – con l’utilizzo della parola genocidio. Un termine tirato in ballo per raccontare ciò che sta avvenendo nella Striscia. Nahum dice che la sua esperienza con l’alveo democrat giunge al termine. A pesare, sottolinea, sono le ambiguità palesate in politica estera. E, cosa non in secondo piano, il clima montato in alcuni ambienti della sinistra dopo il 7 ottobre.

Nahum, poi, entra nel merito della questione. Osserva che si “è sdoganata”, in particolar modo negli ambienti giovanili del Pd, l’espressione genocidio in relazione “alla grave crisi umanitaria che sta vivendo la popolazione di Gaza”. Nel suo discorso, aggiunge che il termine è “pericoloso, falso e inadeguato usato in quel contesto”. Più precisamente, Daniel Nahum spiega che nell’azione militare di Israele non sussiste, a suo avviso, una volontà di cancellare il popolo palestinese. “Questo – afferma – non sminuisce affatto la tragedia umanitaria in atto e sono favorevole a un cessate il fuoco immediato e a colloqui di pace che portino a due Stati e due popoli. Ma l’uso di questo termine ha scatenato una ondata di antisemitismo mascherata da antisionismo che non avevo mai vissuto in 41 anni di vita. C’è la volontà in chi la utilizza di comparare gli ebrei ai nazisti”. Infine, l’affondo: “L’antisemitismo di destra, macchiettistico ed esecrabile di quei quattro gatti che alzano il braccio salutando il Duce è numericamente inferiore e meno infiltrante di coloro che paragonano sionismo a nazismo. Io finché avrò voce mi batterò contro questo scempio”. Per la cronaca, Nahum ribadisce che “non è in discussione il mio appoggio totale a questa giunta e al nostro sindaco Beppe Sala che considero la personalità politica più forte del centrosinistra milanese”.

Il pensiero di Daniel Nahum, peraltro, è reso chiaro – sui social – anche nelle settimane scorse: “Ghali ha utilizzato la tivù pubblica e il palco di Sanremo per sdoganare il termine genocidio in relazione alla crisi umanitaria di Gaza. Il termine, in relazione a quel conflitto, viene utilizzato di proposito per fare una sovrapposizione sbagliata e pericolosa tra Auschwitz e Gaza.  Questo ragionamento è stato fatto in modo molto più compiuto e autorevole da Liliana Segre. Attenzione – indica – perché questa comparazione sta diventando pericolosa e non serve affatto a spiegare quanto sta accadendo a Gaza: serve solo ed esclusivamente a far mutare il ruolo degli ebrei da vittime a carnefici. Sia chiaro – chiosa – il ragionamento che sto facendo non vuol dire sminuire il dramma umanitario nella Striscia di Gaza: il nostro Governo deve essere in prima linea per fare cessare le armi e per il rilascio degli ostaggi, delle cui sorti troppi si sono dimenticati”.

Il capogruppo del Pd al Comune di MilanoFilippo Barberis – commenta: “Abbiamo appreso da poco anche noi questa scelta, che non ha nulla a che vedere con il Partito democratico milanese o con il gruppo consiliare di Milano ma è una polemica con il partito nazionale. Abbiamo adesso la volontà di approfondire il confronto con il consigliere nei prossimi giorni”.

L’utilizzo della parola genocidio crea delle crepe anche nell’Anpi milanese. Qualche giorno fa, infatti, Roberto Cenati presenta le sue dimissioni “irrevocabili” dalla carica di presidente. Come riferito dallo stesso Cenati all’Ansa, il Governo di Benjamin Netanyahu “dopo l’ignobile attacco di Hamas, ha fatto un bagno di sangue uccidendo tantissime persone, fra cui bambini e donne, ma il termine genocidio va usato con delicatezza perché è lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione”. Non solo: “L’Anpi nazionale ha usato questo termine estrapolandolo dall’istruttoria portata avanti dal Tribunale internazionale dell’Aja. Ma appunto si tratta di una istruttoria e non si è ancora giunti a una sentenza”.

Aggiornato il 13 marzo 2024 alle ore 16:18