Terzo mandato, respinto l’emendamento della Lega sui governatori

L’emendamento della Lega è stato bocciato. La proposta al Decreto legge sul terzo mandato per i governatori delle Regioni, in Commissione Affari costituzionali, ha registrato il parere contrario di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi moderati, Pd, M5s e Avs. A sostegno della Lega ha votato solo Italia viva, mentre Azione non ha partecipato al voto. In tutto ci sono stati 4 voti favorevoli, 16 contrari e un’astensione. Il Carroccio in mattinata aveva ritirato l’emendamento per introdurre il terzo mandato per i sindaci delle grandi città, ossia i Comuni con più di 15mila abitanti. Lasciando invece quello sui presidenti di regione. Il relatore Alberto Balboni (Fdi) ha dato parere negativo ad entrambi. Sulla proposta della Lega per il terzo mandato ai sindaci anche il governo in commissione Affari costituzionali al Senato ha dato parere negativo come il relatore Balboni.

Roberto Calderoli, in un’intervista a Repubblica, rivendica la “posizione politica” della Lega. “Decidono i gruppi parlamentari cosa fare. Ma se deve esserci una scelta democratica non può esserci limite. Oppure facciamo come i 5 stelle”. Il ministro leghista degli Affari regionali, chiarisce che, a questo punto, si tratterebbe di estendere il limite di due mandati al massimo anche ai parlamentari e a qualsiasi carica politica: “Io ovviamente non sono d’accordo, ma a quel punto è più coerente. È un limite autolesionista, è evidente. Quando con il tempo alcuni grillini erano diventati bravi, li hanno mandati a fare i posteggiatori”. Calderoli tiene il punto sull’autonomia differenziata. “Alle opposizioni chiedo: basta slogan, confrontiamoci nel merito – dice – Non voglio spaccare l’Italia, non voglio penalizzare il Sud”. E sulla morte di Alexei Navalny afferma: “Non accetto che un oppositore politico sia incarcerato e torturato. Il modo in cui è morto è una conseguenza di quella tortura e la responsabilità è del regime russo”.

Aggiornato il 23 febbraio 2024 alle ore 09:24