Checché ne dica La Repubblica con un malcelato fare utilitaristico (tradotto: drenare consenso al proprio avversario per poi rafforzare le forze partitiche affini all’ideologia di Largo Fochetti), Forza Italia non è in crisi. Tutt’altro. Il movimento perennemente berlusconiano, ora guidato dalla saggezza politica di Antonio Tajani, presenta davanti a sé un potenziale elettorale notevole, frutto di una molteplicità di istanze sociali contraddistinte da un afflato liberale e liberista.
D’altronde, l’ormai mitico “spirito del ’94” si sostanziava sulla contezza che le persone avevano la necessità di essere liberate dal giogo opprimente dello statalismo selvaggio per esprimere il meglio di sé, in ottica economica ma non solo. Insomma, il Cavaliere Silvio Berlusconi ha compreso quel che gli altri si rifiutarono di vedere, ovvero che l’“homo faber” non ha bisogno di uno Stato erogatore di concessioni, bensì di una realtà statuale a difesa dei diritti individuali e, proprio in quanto tali, pre-politici. Se questa consapevolezza era valida una manciata di decenni orsono, lo è ancora di più ora, adesso, in questo preciso istante. Perché il singolo abbisogna di un fisco meno opprimente. Perché il singolo abbisogna di un sistema giudiziario garantista e quindi ossequioso dei principi cardine dello Stato di diritto. Perché il singolo abbisogna di una burocrazia snella e funzionale per l’ottenimento e il godimento di servizi e strumenti. Perché il singolo abbisogna di una maggiore indipendenza di scelta quando si rivolge al mercato: più è ampia la scelta, più è concreta la possibilità di ottenere un livello qualitativo migliore a un prezzo giusto.
Ebbene, tutti questi “perché” – ai quali se ne potrebbero aggiungere molti altri – stanno a spiegare, in maniera chiara ed esaustiva, il motivo per cui Forza Italia sia il partito giusto nel momento storico giusto. Forza Italia quindi, ripeto, non è in crisi. E non lo è fintanto che la libertà non andrà in crisi. Ma quest’ultima, si sa, si rigenera di giorno in giorno nel cuore e nella mente degli uomini. Uomini che Don Sturzo avrebbe definito, per l’appunto, “liberi e forti”.
Aggiornato il 03 gennaio 2024 alle ore 10:35