La pace si coltiva e si preserva

Prima o poi la guerra, qualsiasi guerra, deve finire. È solo questione di tempo. Meglio prima che dopo. La questione della obbligatorietà del vaccino e i lockdown hanno in qualche modo “scaldato i motori” dell’impazzimento della Storia ed alle guerre successive nel mondo – prima quella russa/ucraina e poi quella israelo-palestinese. E si può continuare così all’infinito, fino allo sterminio dell’umanità, alla cancellazione tra gli orrori dell’intero genere umano.

La pace nel mondo è un difficile equilibrio da preservare, coltivare e conservare. Non è stato mai così vero il detto: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”. Il “vento” è stato il vaccino, le chiusure, l’obbligatorietà. La tempesta sono le guerre. E via così sino alla fine del mondo. Se, al contrario, si rinsavisce prima e si cerca la pace prima, se ne creano le condizioni e gli uomini atti a preservarla e coltivarla, si garantiscono periodi di pace sulla terra e conservazione del genere umano.

C’è una ciclicità nei sommovimenti pericolosi e poi drammatici e tragici del genere umano, precisamente ogni settanta/ottanta anni al massimo, l’umanità ricade nelle guerre, nell’orrore che ne deriva. Bisogna tenere bene a mente chi opera per la pace e la sua conservazione e chi invece aizza e soffia in modo da metterla in discussione, fino a cancellarla. Chi vota non può non rendersi conto di ciò che ha vissuto e sta vivendo, sulla qualità e le condizioni di vita in cui si trova. Così come non può non accorgersi di chi quelle condizioni le modifica facendo peggiorare o migliorare le stesse. Se ad esempio in un determinato periodo della Storia si viene privati dei diritti che riteniamo fondamentali, non ci si potrà non accorgere che a livello politico qualcosa – molto più di qualcosa – non sta funzionando come dovrebbe. Lo stesso viceversa. Chi gode di estesi diritti e sicurezze, tutele e garanzie, non potrà non accorgersi di vivere in un Paese che quei diritti consente e garantisce, dunque non potrà non accorgersi che la politica è di successo e capaci i propri politici.

Dunque, posto che andare d’accordo – intendendosi lo stare e vivere sufficientemente e degnamente bene – è solo questione di tempo per gli uomini, questi ultimi dovrebbero essere svegli e comprendere che è nel loro interesse creare e difendere le regole di civiltà che danno e garantiscono la pace.

Si faccia quindi un rapido screening di quanto sta accadendo. Dove c’è la guerra – inflitta e per certi versi anche subita – c’è chi non ha creato le condizioni per la pace. Dove c’è la pace, c’è chi la mantiene e l’ha mantenuta. Dove c’è assenza e soppressione di diritti fondamentali e altri, c’è chi non governa per il proprio popolo ma per altri motivi; dove ci sono invece i diritti, c’è chi ama il suo popolo e lo rispetta mantenendone integri i diritti e le libertà.

Aggiornato il 09 novembre 2023 alle ore 12:35