De Gregorio: “Subito l’indagine sul patrimonio immobiliare capitolino”

“A che punto è il censimento del patrimonio immobiliare di Roma Capitale? Perché a oggi non è stato ancora presentato un piano operativo che ne espliciti le tempistiche? Quando saranno resi disponibili i dati relativi agli immobili di proprietà del Campidoglio? In attesa che l’assessore Zevi chiarisca definitivamente la situazione, ho presentato un’interrogazione. Il Regolamento sull’utilizzo degli immobili di Roma Capitale per finalità generale prevede, infatti, che associazioni senza fini di lucro possano presentare istanze per la loro assegnazione (ci fu in proposito, molti anni fa, anche una delibera della Giunta Rutelli, ndr), ma come farlo se non si ha contezza di quali siano gli immobili messi a disposizione?”.

Così Flavia De Gregorio, capogruppo della Lista Civica Calenda Sindaco, commenta le ultime posizioni dell’assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche abitative, Tobia Zevi, sulla spinosa questione del patrimonio immobiliare del Campidoglio: col suo tormentato corollario di occupazioni abusive, senza i necessari titoli abitativi, affitti non pagati, a volte, da decenni (come spesso accaduto, in tutto il dopoguerra, a immobili sedi di sezioni di partito o associazioni varie, con morosità pluridecennali) e relativi conflitti sociali. La gravità del problema, aggiungiamo, si percepisce immediatamente considerando che proprio la consistenza effettiva e lo stato del patrimonio immobiliare capitolino furono tra i primi argomenti discussi nel primo Consiglio comunale di Roma, insediatosi a novembre del… 1870 (!), a due mesi da Porta Pia.

Nel febbraio del 2022 – precisa ancora Flavia De Gregorio – la Giunta capitolina approvava lo stanziamento di 5 milioni di euro: una cifra cospicua che sarebbe dovuta servire ad indagare sullo stato degli oltre 42mila immobili di proprietà del Campidoglio, mappando un patrimonio ingente e procedendo con la necessaria digitalizzazione dei dati.

“È necessaria anche un’operazione di trasparenza, per sapere se chi abita negli alloggi popolari è un assegnatario che ne ha realmente diritto o un irregolare che è riuscito a prenderne il posto. In questo modo, sarebbero emersi con chiarezza eventuali abusi e si sarebbe potuto ripristinare la legalità, invece di mantenere in vita la legge della giungla: avere contezza del numero di alloggi di cui è in possesso un’Amministrazione significa, infatti, avere a disposizione un’informazione utile per affrontare meglio anche l’emergenza abitativa”.

“Nel corso dell’ultima riunione della commissione Trasparenza”, prosegue De Gregorio, “l’assessore Zevi ha ammesso chiaramente che fino ad ora ha deciso di condividere il Piano casa con tutti tranne che con i consiglieri dell’opposizione. Invito l’assessore a rivedere l’approccio metodologico utilizzato fin qui. Credo che operare in maniera trasparente sia centrale nella politica della casa, perciò mi aspetto che d’ora in avanti invii indistintamente a tutti i consiglieri le bozze del Piano casa, e le discuta nelle sedi istituzionali: è questo l’unico modo, affinché maggioranza e opposizione possano lavorare, fianco a fianco, su proposte concrete nel solo interesse della cittadinanza”.

Aggiornato il 07 aprile 2023 alle ore 12:46