Nel salotto di Lilli Gruber su La7, ospiti tra gli altri il “mordente” Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano, si è parlato del lato femminile della prossima Presidente del Consiglio. Non si deve intendere il suo look e il suo stile, ma le “donne di Giorgia Meloni”. Mi riferisco alla critica sollevata a “Otto e mezzo” sull’assenza di “un partito delle donne” dietro alla leader di Fratelli d’Italia. “Giorgia Meloni è l’espressione di sé”, ha osservato Scanzi. “Tutti gli altri sono uomini”.

È vero? 

La risposta è facile. Giorgia Meloni sarà il primo Presidente del Consiglio donna del centrodestra. Ciò dimostra implicitamente che esiste un parterre di donne che possono ambire a questa carica. Scanzi, nella sua foga antiberlusconiana, dimentica di considerare il numero di esponenti femminili in Forza Italia. E, allo stesso modo, non considera gli altri nomi a destra. Confido che nello svolgimento del suo incarico Giorgia Meloni ci sorprenderà, se non vorrà darsi torto da sola. Se così non dovesse essere, cadrebbe nella fauci del nemico quella formuletta tanto avversata che diceva “io sono Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana” lanciata e gridata come un manifesto programmatico. Forse Andrea Scanzi nelle sue contestazioni alludeva al fatto che dietro alla Meloni non ci sia né un esercito di femministe e né una schiera di esperte. Tempo al tempo, ancora tutto deve iniziare.

È fuor di dubbio che nel “salotto di Lilli” si alludesse non solo all’identità di genere delle sostenitrici, ma alla loro profilazione culturale e politica. Intendo dire che sul banco degli imputati era, come è convenzione, il presunto maschilismo della destra. Facile anche qui la replica, poiché Giorgia Meloni sarà il primo Presidente del Consiglio donna d’Italia. E dunque una analisi la dovrebbe fare anche la sinistra, che non manca di donne, manager, leader, onorevoli, circoli femminili, femministe lancia in testa ed extraparlamentari in pensione. Perché non emergono sui loro compagni? 

Tempi di analisi, oltre che di correzione dei prezzi, delle tasse, delle multe, che sono le cose che interessano strettamente ai cittadini. Ma, finito di aggiustare il Paese (almeno così ci auguriamo al più presto), restano sul tappeto i grandi temi identitari, ideali, di ragione e di torto, che non potranno essere elusi. Perché è qui che s’incardina l’evoluzione storico-politica e culturale dei partiti

È vero che nel centrodestra il femminile è soffocato? È vero che la storia del centrodestra è andata nella direzione opposta a quella delle sinistre. Di fatti l’attesa è anche questa: cosa sarà per il futuro dei diritti, delle riforme, delle posizioni sulle questioni più sensibili come il famigerato mondo Lgbtq...e chi ne ha più ne metta? Nel mio libro in uscita (Jacopo Fanfani. L’ultimo nipote, Gruppo A.V. Italia, su Amazon) traccio una genesi riportando alla luce la storia delle donne cristiane, democristiane, del loro ruolo principe proprio in quel mondo dei diritti tanto caro alle sinistre. E dimostro che la destra non era così lontana dalla democrazia e che l’antifascismo lo aveva superato da un pezzo. Se per “antifascismo” s’intende la guerra a ogni forma di prevaricazione. Restava un solo “cold case” in cui si erano arenati sia il centro cattolico e sia la vecchia destra militante. Ma qui la narrazione travalica i partiti e le logiche di appartenenza e affonda nel buio della Repubblica. Giorgia Meloni è nata nel 1977, lo va ripetendo e dice che non si sente “figlia” né del passato né dei suoi misteri. Ma nel centrodestra siamo anche più grandicelli e abbiamo anche noi una storia da raccontare

Le cose per le donne non vanno bene, questo è il problema. Dal punto di vista della sicurezza in primis, del lavoro, della parità, della famiglia, della maternità, del genere. Il prossimo governo si appresta a prendere il largo con una fisionomia fortemente orientata con i due Presidenti del Senato, Ignazio La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana: espressione il primo della Destra liberale e il secondo della Lega nella sua compagine cattolica e anti Gender. L’assaggio di polemiche, che ha turbato il clima favorevole, ha mostrato un volto dei contendenti duro e offensivo. Qui ci incontreremo, spero anche con me, che da anni mi occupo della questione e che ho sviluppato il filo conduttore dell’antagonismo e della battaglia sui valori, da cui discendono i diritti. Abbiamo troppo dolore, troppo silenzio, molta ingiustizia dalla nostra parte, ma spero interessi a tutti la verità e la comprensione, perché senza questi requisiti la politica non si riscatta e non progredirà. 

Le donne italiane sono arrivate molto in alto, in tutti i contesti e le discipline, da Samantha Cristoforetti alle nostre alfiere tricolori in ogni campo del sapere e delle attività. Vedremo cosa saprà fare Giorgia Meloni per il femminile e per il pensiero delle donne. 

Aggiornato il 18 ottobre 2022 alle ore 11:46