Fine della corsa: è sciopero dei taxi

Perché scioperano i taxi? Questa la domanda che va per la maggiore: per 48 ore, infatti, braccia incrociate a livello nazionale da parte di un settore che sta protestando contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza. Il tentativo di mediazione da parte del ministero dei Trasporti ha avuto lo stesso effetto del sasso lanciato nello stagno. Il volantino che ha promosso la mobilitazione non ha lasciato spazio a interpretazioni: “Non ci ascoltate ma stavolta, statene certi, ci sentirete”. Carlo Di Alessandro, responsabile di Federtaxi Cisal, ha commentato: “Sono più di 15 anni che tra decreti e emendamenti viviamo una situazione lavorativa che non ci garantisce serenità”.

Tassisti imbufaliti

“L’articolo 10 del Ddl Concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali. Siamo sempre più convinti – era stato spiegato – che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un Ddl Concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, Governo e sindacati”. Tra i temi nel mirino “l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Allo stesso tempo, è stata organizzata una manifestazione a Roma: il raduno in mattinata in piazza della Repubblica con destinazione piazza Venezia. Uno striscione apparso nella Capitale non è passato inosservato: “Draghi: non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber”. Poi è stato il momento delle lamentele: “Questo per smentire le giustificazioni del Governo che ha inserito nel Ddl Concorrenza tpl non di linea, taxi e Ncc, ovvero servizi pubblici non compresi nei processi di liberalizzazione previsti dalla Bolkestein”.

Lo sciopero dei taxi: chi ha aderito

Tutte le principali sigle sindacali hanno aderito allo sciopero. Diversi i cortei nel Belpaese. A Torino, per esempio, i tassisti hanno detto: “Il Ddl Concorrenza è un modo per affossare la categoria in favore delle multinazionali. Chiediamo lo stralcio dell’articolo 10 in quanto, se dovesse passare, diventeremmo schiavi di algoritmi. Abbiamo licenze e abbiamo fatto sacrifici per averle”. Vetture ferme pure a Firenze con criticità segnalate nelle aree più frequentate dai turisti, come l’aeroporto di Peretola e la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Adesione pure a Genova, operativo invece il servizio in Trentino-Alto Adige. Praticamente nessuna ripercussione a Venezia, mentre a Napoli la protesta si è fatta sentire, con i disagi maggiori in piazza Garibaldi e nella zona del molo Beverello.

Aggiornato il 05 luglio 2022 alle ore 15:57