Termovalorizzatore per Roma: progetti e mugugni

Roberto Gualtieri, anche se non si vede, è sindaco di Roma. Nella Capitale ormai la grillina Virginia Raggi è un ricordo (anche se siede sui banchi dell’opposizione) eppure restano di attualità alcune criticità-simbolo dell’epopea (per fortuna terminata con una sonora sconfitta) dei Cinque Stelle, come i cinghiali perennemente in gita fuori porta alla ricerca di cibo che, il più di volte, è rappresentato dalla monnezza accumulata all’esterno dei cassonetti. E il nodo dei rifiuti è un’altra questione calda nell’Urbe che, negli ultimi giorni, è divenuta bollente, quando il primo cittadino in quota Partito Democratico ha annunciato un termovalizzatore con l’obiettivo di ridurre il fabbisogno delle discariche, in ottica di una valorizzazione sul fronte della produzione di calore e dellenergia.

In tanti sono saltati dalla sedia, tra questi gli esponenti del M5S ma anche del Pd e di Liberi e Uguali, senza dimenticare gli ambientalisti. Come annunciato da Gualtieri nel corso di un Consiglio comunale, l’impianto da 600mila tonnellate porterà alla chiusura del Tmb di Rocca Cencia oltre all’abbattimento del 90 per cento dell’attuale fabbisogno di discariche. Un cambio di passo, quello di Gualtieri, visto che in campagna elettorale aveva sempre fatto riferimento al piano dei rifiuti di Nicola Zingaretti, attuale presidente della Regione Lazio, dove non previsti nuovi inceneritori. Se il progetto andrà in porta vorrà dire prendere le distanze dall’atteggiamento ideologico (privo di sbocchi e soluzioni) che, su questo fronte, hanno avuto negli anni i pentastar e i duri e puri di sinistra. Inoltre Gualtieri, da candidato, aveva raccontato che non fosse necessario un termovalorizzatore, visto che una soluzione poteva essere rappresentata dal potenziamento dell’impianto di San Vittore (Frosinone) di Acea, oltre alla creazione di due discariche temporanee.

Intanto Roberta Lombardi, grillina della prima ora e assessore regionale alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale, in un post su Facebook è sbottata: “No monnezza, no party”. E ancora: “Il Piano economico finanziario di un inceneritore si regge sulla tariffa di conferimento, cioè la tassa sui rifiuti, la Tari pagata dai cittadini romani. La quota di rifiuti indifferenziati, che dovrebbe essere smaltita e bruciata con l’inceneritore, è quindi il “combustibile” stesso che, letteralmente, alimenta un impianto del genere sia da un punto di vista produttivo che economico. In poche parole, l’inceneritore se non ha abbastanza rifiuti da bruciare, non può funzionare, non conviene ed è pertanto inutile. No monnezza, no party! Ecco la dura legge dell’inceneritore, che, inevitabilmente, spingerà il sistema di gestione dei rifiuti a disincentivare la raccolta differenziata per poter garantire invece una quota sufficiente di rifiuti indifferenziati da bruciare, ovvero almeno 600mila tonnellate annue. Se io, infatti, miglioro la raccolta differenziata – ha insistito – riduco la quantità di rifiuti indifferenziati da conferire nell’inceneritore ed è qui che i conti non tornano. Come faccio a raggiungere entro il 2030 l’obiettivo Ue del 65 per cento di raccolta differenziata (partendo dall’attuale 43 per cento) senza creare un buco finanziario nella gestione dell’impianto, se non addirittura un gap nella filiera produttiva? Caro sindaco Gualtieri – ha proseguito – finora hai dichiarato che vuoi sia ridurre i volumi dei rifiuti prodotti, sia raggiungere la quota del 65 per cento di raccolta differenziata, sia costruire l’inceneritore. Le tre cose non legano. Allora o ti hanno fatto dei conti molto ottimistici (o forse solo parziali), o stai cercando di non scontentare nessuno (almeno non nell’immediato), oppure hai dei dati che sfidano le leggi della fisica e che pertanto, ancora di più, non vedo l’ora di conoscere e di poterli condividere con tutti gli abitanti di Roma e provincia. Perché sia ben chiaro che non debbano essere i cittadini di Roma a rimetterci qualora l’inceneritore dovesse rivelarsi un investimento insostenibile da un punto di vista economico-finanziario, oltre che ambientale. Chi brucia, paga!”.

Aggiornato il 28 aprile 2022 alle ore 17:53