Buttiglione: “La continuità nel dopo Merkel sarà positiva comunque per l’Italia”

Si è concluso il primo voto tedesco dopo la Merkel. Angela Merkel, figlia di un pastore luterano, collaboratrice di Helmut Kohlè riuscita ad imporre per 16 anni la sua linea in una Germania maschilista. Chi verrà dopo di lei sarà più modesto o no? Certo è che questa donna, austera e carismatica, con due grandi capacità non comuni, di ascolto e di cambiare idea, con un solo modello di abbigliamento, è stata il centro del suo Paese e di tutta Europa. Abbiamo posto alcune domande ad un altro grande collaboratore e amico di Kohl di casa nostra, il professore Rocco Buttiglione, mentre si svolgevano le elezioni in Germania.

Sembra che anche la Germania abbia i suoi problemi: un bambino su cinque è sotto la soglia di povertà, non tutti i Lander tedeschi navigano nell’oro, in qualche Land addirittura ci sono dei treni che non fanno invidia ai treni del sud italiano e poi c’è bisogno di investimenti anche lì nel digitale. Non ci si aspetta questo da un Paese come la Germania.

Cosa succederà nel dopo Merkel, visto che anche lei sembra stia lasciando un Paese non proprio in carreggiata?

Non è così disastrato. Questi giudizi dimenticano la situazione drammatica in cui il comunismo ha lasciato i cinque Lander nuovi subentrati dopo la fine della Repubblica democratica tedesca, perché in larga misura le difficoltà e le povertà sono concentrate nei nuovi Lander e questo genera una tensione forte fra est e ovest, paragonabile a quella che c’è in Italia fra nord e sud. Poi c’è stato un altro fenomeno non sufficientemente considerato, la Germania era abituata ad avere un nord ricco e un sud povero. Negli ultimi trenta-quarant’ani la situazione si è invertita. Le vecchie strutture dell’industrializzazione erano localizzate al nord ovest, da Amburgo alla Renania, ma sono diventate obsolete, così è finita l’epoca dell’industrializzazione ed è iniziata l’epoca dell’economia della conoscenza. E queste nuove strutture sono state localizzate nella Germania sud-occidentale. Anche questo provoca tensioni, questi Lander sono cresciuti molto e gli altri stanno peggio. La Merkel ha gestito molto bene una situazione molto difficile, però Helmut Kohl aveva un grande progetto che era anche un grande progetto europeo, che è stato rigettato all’inizio del secolo nuovo col referendum francese soprattutto. Dopo la Merkel ha messo delle pezze, ha messo una buona pezza con il Trattato di Lisbona, ha gestito come ha potuto evitando la catastrofe, ma non è riuscita a rilanciare il progetto europeo come avrebbe voluto. Lei è una persona molto prudente e non ha mai giudicato che ci fossero le condizioni per poterlo fare, tranne forse adesso con Ursula von der Leyen con la questione della pandemia e anche con la presidenza Trump. Donald Trump ha messo in evidenza che gli Stati Uniti non hanno più la forza e la voglia di difendere l’Europa. Non sono più in grado di reggere la bilancia del potere sia nel Pacifico che nell’Atlantico e ritengono che il centro focale della loro politica si sia spostato verso il Pacifico piuttosto che verso l’Atlantico. Questa è stata una frustata.

Quindi arriva Aukus, il Patto trilaterale dei sottomarini che preoccupa la Cina.

Anche quest’ultima vicenda dei sottomarini nucleari si iscrive dentro questo quadro. Quindi l’Europa è un po’ lasciata a se stessa ed è spinta ad una politica più solidale, più di ripresa dell’antico grande progetto dell’unità europea.

L’Europa chi deve sperare che vada a governare la Germania? E anche l’Italia chi deve sperare che vada a governare la Germania?

Io spero che ce la faccia Armin Laschet che è mio amico e che è anche amico dell’Italia, però non si può dire che i socialdemocratici siano nemici dell’Italia, anzi per certi aspetti hanno politiche probabilmente più compiacenti su temi che agli italiani stanno a cuore, come quelli della spesa pubblica. Dopo bisognerà far ripartire un progetto europeo che un po’ era ripartito e poi si è arenato in attesa del risultato tedesco.

Ad ogni modo i tedeschi hanno potuto votare. Noi italiani la democrazia non riusciamo ad esercitarla non riuscendo ad andare alle urne.

La democrazia richiede partiti responsabili, che sanno prospettare al popolo le scelte possibili, realisticamente possibili, in modo che poi il popolo possa decidere se si va al voto con i partiti che dopo le elezioni non sono capaci di realizzarle e allora bisogna fare i governi tecnici. Il problema dell’Italia è quello. “Il Popolo fa sempre la scelta giusta” diceva Machiavelli: “Quando c’è una classe dirigente che gli spiega quali sono le alternative plausibili e quali sono le conseguenze delle sue scelte”. Chi è che non vorrebbe meno tasse e più servizi, purtroppo non è possibile. Il popolo tende ad eleggere chi promette tutto e anche il contrario. Poi quando questi arrivano al potere non sono in grado di fare quello che hanno promesso.

Quale sarà l’eredità di Angela Merkel?

La Merkel ha spostato il partito a sinistra e spostandolo a sinistra ha preso tantissimi voti socialdemocratici. Questa strategia adesso mostra i suoi limiti che sono due: ha aperto uno spazio a destra, una nuova destra tedesca. Si era cercato di evitare che nascesse una destra tedesca autonoma, invece adesso c’è. È una destra pericolosa, perché non ha un chiaro confine e questo è un problema che la Merkel lascia in eredità ai suoi successori. L’altro problema è che gli elettori che la Merkel ha guadagnato non sono diventati veramente elettori democratici cristiani, sono stati elettori personali della Merkel. La Merkel va via e c’è il rischio che questi elettori tornino a votare socialdemocratico. Questo spiega la tensione che c’è attualmente. Vediamo come andrà.

@vanessaseffer

Aggiornato il 27 settembre 2021 alle ore 10:40