Cacciari bastona green pass e obbligo vaccinale

“Non è vero che la situazione sia uguale ovunque: in moltissimi Paesi non c’è obbligo di vaccinazione. In Danimarca la situazione si è normalizzata, in Germania non si sognano di vaccinare gli adolescenti”. Massimo Cacciari dice la sua sul green pass e l’ipotesi di obbligo vaccinale.

Il filosofo evidenzia come il Governo sia legittimato “a imporre un trattamento sanitario, è vero. Se ne discute la legittimità in chiave culturale, etica e politica. Tutto va bene – insiste – perché c’è un’emergenza sanitaria? È lecito chiedere in base a quali criteri cesserà lo stato d’emergenza? Finirà quanto non c’è più un malato in terapia intensiva o quando nessuno ha più di 37,5 di febbre? Tutti a sollecitare meccanismi autoritari, come sostanzialmente è l’obbligo di vaccinazione. Ma scherziamo? Ai virologi non frega nulla delle derive culturali e politiche di questa società?” sbotta Cacciari nel corso della trasmissione Quarta Repubblica.

Per Cacciari la forma “a volte fa sostanza: sento usare parole come “stanare” chi non si vaccina. Ma ci rendiamo conto?”. Con una postilla: “Se arriva l’obbligo, bene: almeno sparisce l’ipocrisia. Mi arrivano centinaia di mail al giorno di medici e scienziati che mi danno ragione e mi dicono che non possono parlare”.

Secondo Massimo Cacciari, green pass e l’ipotetico obbligo vaccinale rappresentano dei provvedimenti che devono essere visti in un quadro dove “deve essere sempre garantito il rispetto della dignità della persona, la giurisdizione indica che la persona sia perfettamente informata. Mi domando se possiamo dire che le persone siano state correttamente informate sui vaccini e sulle loro conseguenze. Non c’è dubbio che i vaccini siano utili, ma questo non basta per dire che siamo correttamente informati”.

Infine nota: “Non esiste nessuna situazione priva di rischi, le aziende farmaceutiche non conoscono però le conseguenze a medio e lungo termine dei vaccini. In queste condizioni, come si fa a imporre il green pass? Siamo già arrivati al 70-80 per cento della popolazione vaccinata, si continui così. Quando siamo arrivati a vaccinare tutta la popolazione sopra i 40-50 anni, che bisogno c’è di vaccinare gli adolescenti, che non corrono alcun rischio reale”.

Aggiornato il 25 marzo 2022 alle ore 10:14