Il ruolo dei liberali, oggi

È ormai chiaro ed evidente a tutti che questo Governo, che ha lasciato le banchine del porto, accompagnato da una ampia maggioranza, per iniziare la sua navigazione – se non incontrerà sul suo percorso un iceberg, come il Titanic – proseguirà la sua navigazione fino alla scadenza del suo termine naturale del 2023. La crisi di Governo ha ridiviso il mondo politico su due poli. Da un lato a sinistra attorno al Movimento 5 Stelle, o per lo meno quello che resta, si sono aggregati il Partito Democratico e Liberi e Uguali. Dall’altro lato una destra, oggi lacerata, composta da tre grandi forze: Forza Italia la più governista, la Lega ed in opposizione Fratelli d’Italia, con la sua leader Giorgia Meloni coerente sul ricorso alle urne. Rimane, infine, l’amalgama di dissidenti soprattutto del M5S, che non si sa che cosa vogliano rappresentare e comunque destinati a scomparire con le future elezioni.

È chiaro che si sta tornando ad affermare un bipolarismo tra una destra che si richiama anche ad ideali liberali e liberisti, ed una sinistra di natura socialista e globalista, ma la mancanza di idee chiare e di valori e di programmi genera una specie di sincretismo che diviene una specie di zuppone, che va bene per stomaci non delicati. Nel frattempo, fuori dalle mura del Parlamento e dei poteri reali, esiste un forte fermento di movimenti di ispirazione liberale. Molti gruppi, a partire dallo storico Partito Liberale italiano, di cui ho l’onore di far parte, sono presenti sui social, raccolgono consensi e stanno creando strutture politiche sul territorio, in vista anche delle vicine elezioni amministrative.

Credo sia giunto il momento di raccogliere le forze, perché solo uniti si ha la capacità di raccogliere dei numeri di consenso, necessari a poter interloquire con forze politiche di maggior spessore, a livello di preferenze espresse. Il mio sogno è vedere un tavolo di lavoro, come ho già scritto, una costituente dei liberali italiani che, pur nelle differenze che li contraddistinguono, li raccolga uniti, per tornare finalmente ad essere una entità politica a livello nazionale. Per uscire dal ghetto in cui ci ritroviamo, occorre abbandonare i particolarismi e trovare una sintesi, parola alla moda di questi tempi, con cui presentarsi alla nazione. Come il centrodestra ha più anime e movimenti, così questa realtà politica liberale dovrebbe associare al suo interno i diversi movimenti.

Abbiamo due anni per intraprendere questo percorso obbligato. Io credo che proprio il Pli che ha mantenuto la tradizione viva ed il simbolo storico, fino ad oggi, abbia il compito storico di farsi promotore di questo progetto.

La creazione di un soggetto politico con un suo peso, dove possano giustamente permanere le differenze tra i vari soggetti, una associazione di gruppi ispirata dalle idee dei padri fondatori del liberalismo nazionale da Piero Gobetti a Benedetto Croce, da Giovanni Amendola a Luigi Einaudi. Questo è il nodo cruciale per noi tutti liberali da risolvere, per evitare di disperdere energie ed intelligenze preziose nei prossimi mesi.

Mentre il carrozzone del governo procede, protetto dallo scudo della pandemia, lavoriamo a questo nostro risorgimento, iniziando dal dialogo fra gli intellettuali, per arrivare a definire chiari i valori ed i progetti su cui lavorare nel prossimo futuro. Pensare ad un’idea di Italia di nuovo grande e capace di riprendere quella posizione di privilegio che le compete a livello mondiale, questo è il compito dei liberali italiani.

Aggiornato il 22 febbraio 2021 alle ore 12:33