L’Italia sequestrata deve votare

Come possa un Paese essere sequestrato da un “mai eletto” come Giuseppe Conte e da un governo le cui parti politiche - Movimento 5 stelle e Pd - non hanno alcun riscontro di consenso da parte della maggioranza degli italiani, rimane un mistero. Chi ha eletto Conte? Il Pd, che ha a stento solo il diciotto per cento di “gradimento”, come mai è imperversa al governo del nostro Paese? Perché i governi Pd si susseguono in Italia privi di legittimazione democratica elettorale? Il mistero è grande. E come fa il Presidente della Repubblica a trattenere e frenare il normale corso delle nostre regole democratiche, non sciogliendo le Camere e così impedendo il legittimo voto degli italiani? Mistero.

Il nostro Paese è oggi in sostanza sequestrato da una minoranza - per di più mai eletta - che scavalca il Parlamento e che, in violazione di ogni regola, una volta arraffato il potere è pronta a tutto pur di mantenerlo per sé, ponendosi di fatto contro gli italiani. E lo fa distruggendo la nostra economia in ginocchio, frantumando le regole che sovrastanno alle nostre istituzioni, e diffondendo il caos nella società tutta. Non c’è arma che non sia stata e sia tuttora utilizzata dagli illegittimi al governo: dal terrore sulla salute degli italiani al terrore dell’oppressione del fisco, fino all’utilizzo della “giustizia” ingiusta ad opera dei giudici politicizzati.

Ora, votare non è un optional, così come non è un “dispetto” che alcune parti politiche fanno o - tantomeno - estorcono ad altre parti politiche. La Costituzione italiana stabilisce espressamente il voto popolare - e l’obbligo e la competenza afferente al Presidente della Repubblica- ove manchi la corrispondenza tra italiani e governo. Se - come è certo - il centrodestra politico governerà presto sedici regioni del nostro Paese su venti, sarà ancor più responsabile proprio Mattarella del non voto. E si renderà necessario dissequestrare il Paese “assediando” il sequestratore ed i sequestratori ineletto finché quegli non scioglierà le Camere. È l’articolo 88 della Costituzione che lo stabilisce. Per manifesta non corrispondenza del Parlamento con l’elettorato, per di più da due anni abbondanti. E vi è di più.

Con il referendum costituzionale del 20/21 settembre - in cui gli italiani probabilmente sceglieranno di avere seicento parlamentari in luogo degli attuali novecento, l’attuale Parlamento non è legittimo e sempre di più il Presidente Sergio Mattarella è chiamato dalla Costituzione italiana a non esitare e sciogliere le Camere e portare gli italiani a votare. Votare non è né uno sgarbo né uno sconcio o una disgrazia istituzionale. Votare è un accadimento normale che è funzionale al normale svolgimento della nostra vita politica.

Aggiornato il 09 settembre 2020 alle ore 14:34