Falso umanitarismo, dietro agli sbarchi solo terrorismo

Lo ha spiegato bene Giorgia Meloni: “Gli immigrazionisti hanno gettato la maschera”, ha dichiarato su tutte le agenzie. Cosa intende segnalare la leader di Fratelli d’Italia? Dopo pochi giorni di seria reazione del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che ha dato l’ultimatum al governo, e le proteste a Lampedusa dei cittadini pronti a occupare il Comune e sdraiati per terra per impedire ai profughi di scendere, dalle navi Ong è partito il grido di guerra: “Il nostro salvataggio in mare non è un’azione umanitaria, ma parte della lotta antifascista”. A lanciare lo slogan dalla nave “Louise Michel”, finanziata e disegnata dal surreale e misterioso artista Banksy, è Pia Klemp, un’ultrà dell’immigrazione irregolare, la punta avanzata di Carola Rackete. Pia Klemp si definisce una specie di “terrorista del mare”. Ricordate quando le prime donne Br lanciavano i loro proclami in quei minutissimi volantini, in cui rovesciavano fiumi di parole esaltate per giustificare le loro azioni violente? Siamo a un pelo. La Klemp è una sorta di “guerrigliera dell’acqua” che diffonde le vere intenzioni degli assalti alle coste italiane. “Pura ideologia”, trasecola perfino Giorgia Meloni.

Fisichetto da “Guerre stellari”, tatuaggi da dura marinaia, Pia è un’attivista di lungo corso dei diritti umani deviata in scorribande nel Mediterraneo e già indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dai magistrati italiani. Ma, come ha ricostruito Il Giornale, le accuse non le hanno fatto né caldo né freddo e si è messa al timone di una nave più veloce: un’ex imbarcazione doganale francese lunga 31 metri che le consente di sfrecciare sulle onde più veloce della Guardia costiera libica. Gliela ha finanziata Bansky, un nome che è una “copertura”, perché cela l’identità di un writer inglese esponente della street art le cui opere hanno uno sfondo satirico e politico militante, il quale ha raccolto tanti soldi da potersi permettere di chiamare l’indomita e offrirle la sua “sponsorizzazione”. Dietro a tutto questo fino a qualche giorno fa c’erano tranquillamente i partiti di sinistra, Pd in testa, le istituzioni alla Laura Boldrini, i 5 stelle e la platea dei buonisti, convinti e imbrogliati che fossero gesti umanitari per salvare vite in mare e dalle guerre. Nulla di autentico, la guerra questi corsari la vengono a portare sulle nostre coste, violando leggi e confini, non in nome dell’immigrazione globale, ma per fini ideologici: “Siamo attivisti antirazzisti e antifascisti a favore di cambiamenti radicali”, ha proclamato Pia Klemp al Guardian, lanciando il suo manifesto insurrezionalista.

Stavolta non è un’ossessione antisociale e neppure una “sciacallata” alla Matteo Salvini. Salvini e Meloni non c’entrano se non che sarebbe ora di ricondurre nell’arco istituzionale la sfida politica, invece di speculare come hanno fatto il Pd decadente e i 5 stelle in picchiata su sentimenti archiviati. Come nacquero le Br, gli anarchici, le stragi? Ma dove si vuole arrivare, dopo anni di clandestini tutti maschi, tutti forzuti, tutti derelitti, tutti rinchiusi in centri, hotspot, navi da quarantena, caserme, pronti a lottare anche a morsi, calci, pugni con una violenza inaudita? Lo Stato, il governo, i partiti, è questo che vogliono portare in Italia oltre al caos e alla crisi già abbondantemente esplosa e allo snaturamento culturale, morale e politico? Ci sono tutti i presupposti per inquadrare il sovvertimento prodotto dall’immigrazione clandestina come un attentato continuo alla sicurezza del paese. L’ultimatum lanciato dal presidente Nello Musumeci non è la solita reazione da contrastare con un Tar compiacente. E quello che già accade ovunque di “fuori controllo” è un fatto a cui il ministero dell’Interno deve porre rimedio. Non sul filo delle elezioni inventando un’altra destra “fascista” da spianare, perché è ora che anche Giorgia Meloni, la Lega e il centrodestra berlusconiano siano richiamati nell’arco istituzionale e che invece siano definitivamente fermati gli ultrà. Fuori legge sono loro!

Se n’è accorto anche Nicola Porro, e quindi anche il Vaticano, che nella “Zuppa” quotidiana ha rilanciato una notizia riportata solo dall’Avvenire, in cui si segnala che sulle navi di salvataggio e nei barconi si nascondono anche ex combattenti siriani del Dash sfuggiti alla polizia tunisina. Le intenzioni sono esplicite. Ieri sera se ne parlava tranquillamente anche a Quarta repubblica di miliardari rivoluzionari estremisti annoiati, che investono i loro soldi per giocare alla guerra. Ma il terrorismo in Italia se per alcuni è stato salotto, per tutti è una stagione di sangue e dolore che niente e nessuno possono giustificare. Oltre tutto c’è un’altra bomba da disinnescare, quella virale.

Aggiornato il 01 settembre 2020 alle ore 13:01