Un programma per il centrodestra al governo

Ecco un possibile programma del centrodestra al governo, dopo il voto.

1) Porre l’Italia in asse con gli Stati Uniti di Donald Trump e il Regno Unito della Brexit (con primo ministro Boris Johnson o chi per lui) e ricontrattare la propria presenza e ruolo in Europa, differente da quello attuale nell’Europa franco-tedesca di Angela Merkel ed Emmanuel Macron.

2) Avviare - anche con i soldi provenienti dall’Europa (Recovery Fund e Mes) - un piano economico strutturale di nuova edilizia scolastica (scuole e asili nido) ed ospedaliera (degenti e ricoveri per gli anziani).

3) Far ripartire tutte le opere bloccate da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Riaprire i cantieri: costruire e ricostruire, ristrutturare e mettere in sicurezza migliaia di infrastrutture, al Sud come al Nord. Rilanciare l’industria edilizia. Far finanziare all’Europa la conversione dell’Ilva.

4) Avviare e attuare il piano operativo per la rete elettronica terrestre e aerea indispensabile per l’economia digitale italiana.

5) Riforma (urgente) della giustizia e del ruolo e delle competenze dei magistrati. Riforma del mercato del lavoro, a cominciare dalla flessibilità dei contratti di lavoro.

6) Il centrodestra al governo deve procedere con i condoni, alla luce degli arresti domiciliari da virus cinese inflitti e patiti dagli italiani tutti.

7) Introdurre una riforma fiscale basata su una Irpef trasformata in Flat tax: sugli affitti degli immobili commerciali e quelli abitativi, sulle imprese, sui contratti di produttività, per i lavoratori delle imprese in crisi, per le partite Iva sotto una determinata soglia. Introdurre un’aliquota ridotta per il lavoro giovanile.

8) La lotta all’evasione si fa con il controllo dell’uso dei registratori di cassa e delle ricevute e con il principio che il fisco crede alla contabilità solo sino a prova contraria (ordinare l’intera rete dei pagamenti elettronici).

9) Informare tutto il nostro sistema pubblico al principio secondo cui le tasse devono essere destinate a servizi pubblici necessari (scuole, ospedali, ecc.) e non alla minestra assistenzialista attuale, al burocratismo, al giustizialismo ed alla persecuzione dei contribuenti, cioè tutti noi.

Aggiornato il 06 luglio 2020 alle ore 18:50