Greta, anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno

Greta Thunberg era diventata la piccola diva dell’ambientalismo internazionale, la sua presenza era richiesta in tutte le piazze del mondo, al pari di una rockstar in tour, e pure i luoghi che contano del pianeta non potevano fare a meno di un’apparizione della ragazzina svedese. In suo nome si mobilitavano, nelle principali città occidentali, i giovani del “Fridays for Future”, poi il Coronavirus ha inevitabilmente silenziato tutto il baraccone propagandistico creato attorno alla giovane Greta. Per ora, il “brand” dell’adolescente con le trecce, in lotta contro i cambiamenti climatici, non è spendibile, ma, una volta archiviata la pandemia un po’ dappertutto, (questo momento arriverà prima o poi, anche se non manca chi vorrebbe il contagio eterno), è probabile che risorga il carnevale pseudo-ecologista. Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte all’incipit di questo articolo, così critico e sprezzante nei confronti di ciò che rappresenta Greta Thunberg.

Una ragazzina che si batte per l’ambiente, che male può fare? Il problema è proprio la sua innocenza da diciassettenne che viene “usata” da alcuni adulti per promuovere un qualcosa di ideologico. Quando la tutela di una o più cose, l’ambiente, gli animali e finanche la salute delle persone, diventa ideologia, essa non può che produrre mostri illiberali, che dividono l’umanità in buoni e cattivi. Chi non segue, per tante ragioni, l’ecologismo, diciamo così, organizzato e militante, non deve essere considerato per forza un irresponsabile che spera nella desertificazione globale, ma l’ideologia di Greta impone una sola vulgata, secondo la quale gli scettici circa il cambiamento climatico non possono avere diritto di cittadinanza su questa Terra. E certa politica ci casca, comprimendo, per esempio, la libertà di circolazione dei proprietari di auto diesel o veicoli datati, senza nemmeno avere certezze sull’eventuale correlazione fra le motorizzazioni a gasolio e il surriscaldamento del clima. Quando vengono etichettati quasi come assassini coloro i quali sostengono, con la forza della ragione, che il mondo, pur acquisendo una maggiore consapevolezza della tutela ambientale, non possa ignorare bellamente l’industria e la produzione, ecco che ci troviamo davanti ad una sorta di fanatismo illiberale.

C’è poi la frenesia di colpevolizzare l’Occidente, ossia l’Europa e soprattutto gli Stati Uniti di Donald Trump, rei di aver abbandonato gli accordi internazionali sul clima. L’Occidente, chissà perché, deve continuamente sentirsi in colpa per tutto, e l’ultimo esempio di crocifissione delle democrazie occidentali ci è stato fornito dal cosiddetto “Black Lives Matter” dopo la morte dell’afroamericano George Floyd. Greta Thunberg puntava inviperita il proprio dito verso le classi dirigenti europee ed americane, ma non ricordiamo precise parole di condanna nei confronti dei veri inquinatori del pianeta, vale a dire Cina e India le quali sì producono in ambienti che possono essere considerati come dei veri e propri cancrifici.

Prendersela con gli angoli liberi del globo è sempre più semplice ed oltre all’integralismo ideologico, vi è anche un pizzico di disonestà intellettuale. Stupisce quindi il tweet di solidarietà di Greta rivolto ai manifestanti di Hong Kong, i quali, nonostante la legge sulla sicurezza imposta da Pechino, le repressioni e gli arresti, continuano con grande coraggio a scendere in strada per difendere la loro libertà ed autonomia. La giovane attivista svedese appartiene, consapevolmente o meno, a quella fetta di mondo che di solito ama fare le pulci all’Occidente, mentre si distrae dinanzi a realtà come la dittatura comunista cinese, ma se ci si sbaglia spesso, non è detto che occorra errare sempre. Accogliamo quindi con piacere, e senza ironia alcuna, la solidarietà di Greta Thunberg per il popolo di Hong Kong, augurandoci altresì di vederla impegnata in modo costante nel denunciare tutte le violazioni della Cina, dai diritti umani all’inquinamento atmosferico.

Aggiornato il 03 luglio 2020 alle ore 11:51