L’ingiustizia della magistratura politicizzata

La “giustizia” come la trappola che i giudici politicizzati tendono contro tutti gli italiani che non aggradino loro, personalmente come professionalmente e politicamente. La “giustizia” come la propria clava a disposizione ed arbitrio personali dei “giudici” politicizzati. La giustizia in Italia, in assenza della sua totale riforma, non esiste. Averne il terrore, avere cioè il terrore dei giudici politicizzati non solo è legittimo ma sacrosanto, razionale e giusto. Gli italiani devono avere - così come hanno - paura.

Oggi si pensa erroneamente di potere zittire tutto mentre i principali responsabili colpevoli - dolosi - si stracciano le vesti per mantenere posto e stipendio pubblici al Csm come nelle Procure, ma non è così che il grave problema della giustizia ingiusta - che attanaglia il nostro Paese alle fondamenta ostacolandone la riemersione e la crescita possibili - si risolve. Il problema è troppo vasto e complesso, incancrenito, è alla radice. I giudici politicizzati non lo comprendono neanche, a giudicare da ciò che fanno e dicono.

Il “sistema”, invocato da Luca Palamara in questi giorni dopo esserne stato il protagonista, sono tutti loro, senza troppi “distinguo” tra chi ne è stato parte attiva e chi lo ha tollerato e sopportato. L’unico rimedio possibile è fare tabula rasa, cancellare il Csm dalla Costituzione, rimandare tutti i giudici a espletare solo e solamente la funzione giudicante, intesa come quella che si eroga nel chiuso delle proprie - solitarie ed isolate (l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziale si sostanzia in questo isolamento e solitudine ) - stanze dei numerosi uffici presenti e disseminati sul territorio italiano. Al contrario oggi, dopo l’ennesimo scandalo in capo ai giudici ed alla magistratura tutta politicizzati, si tenta di zittire e nascondere per andare avanti indisturbati nell’errore. Purtroppo anche chi coordina e dirige la magistratura, in quanto presidente del Csm in qualità di presidente della Repubblica, assiste immobile alla frantumazione dell’Italia stessa.

Nel 1990 in Italia, i giudici d’assalto di Mani pulite sono stati lo strumento protagonista attivo della presa del potere politico da parte della sinistra comunista oggi Pd ieri Pci/Pds/Ds/Margherita/eccetera. “Sceso in campo”, Berlusconi, è stato rimpinzato di cause e processi ad opera della magistratura politicizzata. L’assalto si è tramutato in odio contro il centrodestra e i suoi elettori. Gli enti e le istituzioni pubbliche italiane, presidiate dal potere giudiziale e politico sinistro sono state rese inoccupabili ed impercorribili, infrequentabili da parte di qualsivoglia italiano di ideologia diversa.

Dal 2011 ad oggi in Italia ha governato e tuttora governa, senza essere stata eletta dagli italiani, sempre la sinistra - governi non eletti Pd Monti, Letta, Renzi, Gentiloni 1 e 2, Conte 2 - oggi Pd/5stelle disperati e pronti a tutto per le proprie poltrone pubbliche. Ecco il deleterio collegamento tra la politica e la ingiustizia targata Pd. Come volete che sia mai imparziale ed equo un giudice politicizzato? Come giudicherà chi è politicamente diverso, e non irregimentato come lui? Impossibile per questi erogare equamente giustizia nei confronti di chi la pensi diversamente. Nel “sistema” che accusa oggi il giudice politicizzato ci sono moltissimi vertici delle procure d’Italia.

Fare tabula rasa. Riformare e riportare a giustizia. Lo si può fare in Italia solo andando a votare. Come è evidente, è lo stesso Mattarella a non volerlo. La Costituzione al contrario è chiara sul punto in cui ci troviamo oggi in Italia: in assenza cioè di corrispondenza tra la volontà degli italiani elettori e il Parlamento ed il governo (anche Conte è un non eletto, il presidente della Repubblica avrebbe l’obbligo costituzionale di sciogliere le Camere e indire il voto elettorale portando gli italiani al voto.

 

Aggiornato il 24 giugno 2020 alle ore 15:00