In un durissimo attacco espresso nel corso di Omnibus, programma in onda la mattina su La7, Matteo Renzi ha accusato il premier Giuseppe Conte di essersi messo sotto i piedi la Costituzione “più bella del mondo”. Il suo, a mio avviso, molto tardivo j’accuse è stato motivato dalla fine, scritta nei dati, dell’emergenza che aveva travolto le terapie intensive in alcune regioni del Nord.
Personalmente ho sempre pensato che un sistema democratico, teoricamente basato su stringenti riserve costituzionali, come quelle legate all’intangibilità di alcune fondamentali libertà individuali, non potesse e non dovesse mai essere messo agli arresti domiciliari con 4mila dei citati posti in terapia intensiva occupati. Semmai occorreva, una volta dichiarata l’emergenza nazionale, canalizzare tutte le risorse possibili per potenziare in tal senso la capacità dei nostri ospedali.
Tuttavia, con meno di 2mila malati di Covid-19 ricoverati nelle stesse terapie intensive, e una capienza aumentata a 9mila posti letto, secondo il leader di Italia Viva non è accettabile che un presidente del Consiglio, in diretta televisiva, ci venga a dire ciò che possiamo e che non possiamo fare nella nostra già piuttosto immiserita vita sociale. Ci venga a ordinare come e chi incontrare. Ci venga a imporre il gioco insopportabile delle autocertificazioni anche per recarci con l’auto a fare una passeggiata in un parco cittadino situato a pochi chilometri da casa. Ci venga a imporre un limite demenziale al numero dei partecipanti, per la cronaca 15, ad un funerale. Ci venga a spiegare chi è e chi non è un congiunto.
Da questo punto di vista Renzi ha detto un cosa sacrosanta che fa parte da sempre nel dna degli autentici liberali di questo disgraziatissimo Paese: in un regime democratico regolato da una Costituzione degna di questo nome, il Governo può in alcune circostanza imporre una cornice di regole per salvaguardare la sicurezza collettiva, vedi mascherine e distanziamento sociale. Ma una volta stabilite dette regole, al medesimo Governo deve essere impedito di bloccare la libera circolazione dei cittadini.
Cittadini confusi e frastornati da una martellante propaganda a senso unico che li ha in gran parte terrorizzati, annichilendone quasi completamente il senso critico. Una condizione che, ahinoi, ha avuto un riflesso assai grave anche nei riguardi dell’opposizione, preoccupata di essere presa per fiancheggiatrice del virus nel clima di isteria generale, e che è stata costretta a orientare le sue critiche essenzialmente sul piano delle misure economiche.
Tuttavia, come oramai stanno drammaticamente comprendendo pure i sassi, con la farsa di una Fase due che lascia sostanzialmente al palo una struttura produttiva al collasso, il colpetto di Stato messo in scena da un oscuro avvocato di Volturara Appula sta producendo danni quasi irreversibili al nostro tessuto economico, anche in considerazione che il resto d’Europa e del Mondo avanzato ha da tempo ripreso quasi del tutto la vita normale. E se non si interverrà quanto prima per fermare con metodi democratici l’azione liberticida di un irresponsabile uomo al comando, a cui sembra interessare solo il consenso di un popolo a cui è stato inoculato il virus della paura, l’Italia rischia di non riprendersi mai più.
Aggiornato il 28 aprile 2020 alle ore 11:23