ArcelorMittal-governo giallorosso: è scontro

Si consuma una clamorosa rottura tra ArcelorMittal e governo giallorosso. Intanto continua il presidio dei lavoratori davanti alla direzione dello stabilimento siderurgico di Taranto. È il risultato della volontà di recesso del contratto da parte dell’azienda. Ieri Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, padre e figlio, Ceo e Cfo della multinazionale dell’acciaio, hanno posto una serie di condizioni per rimanere, tra cui il ricorso a cinquemila esuberi giudicati inaccettabili dal governo.

Nel frattempo è partita la procedura di retrocessione dei rami d’azienda con la ‘restituzione’ degli impianti e dei lavoratori all’Ilva in amministrazione straordinaria. Giuseppe Conte ha parlato di “allarme rosso”. Il premier ha invitato i vertici aziendali a prendersi un paio di giorni per elaborare una proposta sostenibile, e ha annunciato che oggi pomeriggio aprirà un tavolo di crisi a cui saranno invitati anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e i sindacati. Conte ha convocato a Palazzo Chigi alle 16 i sindacati dei metalmeccanici per discutere della situazione dell’Ex Ilva.

L’addio all’ex Ilva da parte di AM InvestCo Italy si spiega con “l’impossibilità di attuare il piano industriale, gestire l’impianto di Taranto e in generale di dare corso all’accordo” siglato lo scorso anno con i vommissari dell’ex Ilva. Così ArcelorMittal nella nota sui conti del gruppo riassume per gli investitori la decisione annunciata ad inizio settimana.

Aggiornato il 07 novembre 2019 alle ore 12:59