Tajani: “No al partito unico del centrodestra”

All’indomani del successo del centrodestra nelle elezioni regionali umbre, Antonio Tajani stila il suo bilancio. Incluso il “no al partito unico”. In un’intervista al Corriere della Sera, il vicepresidente di Forza Italia ammette le debolezze del suo partito. “Sapevamo – sostiene – di non essere forti in Umbria, non siamo stupiti. Ma non ci sono alternative e i risultati lo confermano: il centrodestra è casa nostra”.

L’ex presidente del Parlamento europeo commenta la vittoria della coalizione e la forte flessione di Forza Italia. “Sapevamo – chiosa – che la Lega avrebbe avuto successo, come alle Europee. E Salvini in questa campagna elettorale ci ha messo l’anima. Sapevamo anche che non sarebbe stato facile per noi, che storicamente non otteniamo buoni risultati in Umbria, dove i voti sono stati sempre inferiori alla media nazionale nonostante ottimi amministratori. Anche Fratelli d’Italia è tradizionalmente forte in Umbria”.

Ma Tajani ribadisce l’idea di un centrodestra unito. “L’abbiamo sempre chiesto noi, ed ora lo abbiamo ottenuto. Non esistono alternative, i nostri elettori ci chiedono di essere e stare insieme. Se non facessimo quello per cui siamo nati, batterci contro la sinistra con i nostri alleati, semplicemente non ci seguirebbero”.

Ma il numero due di Forza Italia chiarisce: “Noi non abbiamo alcuna intenzione di fare un partito unico, siamo consapevoli che il nostro apporto come componente liberale, popolare, cattolica è fondamentale. Dobbiamo metterci in testa tutti che c’è da lavorare a testa bassa, e lo faremo. Non c’ è altra strada”.

A proposito della leadership interna, Tajani non ha dubbi. “Il leader lo abbiamo, è Silvio Berlusconi. Non ci servono correnti e delfini che devono ancora imparare a nuotare”. Tajani analizza i possibili contraccolpi del voto umbro sul governo giallorosso. “Il segnale è molto duro per loro. Ed è l’ennesimo. Abbiamo vinto tutte le elezioni regionali. È chiaro quello che gli italiani chiedono: non una Manovra di tasse né un governo senza linea comune. Vogliono chi, come la piazza di San Giovanni, rappresenta una politica comune”. 

Aggiornato il 28 ottobre 2019 alle ore 16:44