Delega servizi, Casini: “Conte la lasci, come fecero altri premier”

Pier Ferdinando Casini affronta di petto la polemica innescata da Matteo Renzi. “L’invito – sostiene – rivolto dall’ex premier al capo del governo Giuseppe Conte, di lasciare la delega per i servizi segreti è una richiesta forte perché se non si ha fiducia politica che il premier riesca a gestire questa delega, vuol dire che lo si ritiene istituzionalmente inaffidabile”.

L’ex presidente della Camera ne è assolutamente convinto. “Se invece Renzi – continua Casini – intende solo consigliare al premier di rinunciare alla delega, allora condivido anche io”. Per Casini, infatti, “i premier più esperti e più capaci hanno sempre delegato questa responsabilità, perché c’è la necessità di competenze specifiche e di un impegno al cento per cento”.

E aggiunge: “Peraltro, rischia di essere inavveduta l’idea che qualche consigliere del presidente possa supplire dando i consigli giusti. Perché ciascuno risponde a una cordata e quindi in quel ruolo serve un’autorità con delle competenze specifiche”.

La vicenda dell’incontro segreto fra il capo del Dis Gennaro Vecchione e il ministro della Giustizia americano William Barr “è chiaro che rischia di finire in Parlamento – prosegue Casini – proprio per l’esposizione in prima persona del premier. Il rischio che qualcuno chieda un dibattito in aula, anche dopo la sua audizione al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), c’è. E sotto il profilo politico, Conte farebbe fatica a sottrarsi a questa richiesta”.

Aggiornato il 07 ottobre 2019 alle ore 12:26