Tra sciagure e speranze

Il capitano (Salvini) che partì per suonarle (aprì la crisi) e ritornò suonato. Vediamo il perché: le leggende metropolitane sulla crisi e sul governo giallo e rosso sono molte. Vanno dal complotto internazionale, alla notte dei lunghi coltelli, fratricide dentro i rispettivi movimenti e alla lotta tra i due movimenti per la rappresentanza ministeriale. Certamente l’Europa, come l’America, hanno visto bene la nascita di questo governo perché nasce all’insegna di una stabilità dei rapporti, che l’altro governo non aveva. Perché i due vicepresidenti del Consiglio, per consenso facile e per un inseguimento tra loro costante hanno sempre alzato i toni dimenticandosi che con il loro ruolo istituzionale i mercati ad ogni tweet impazzivano perché non sapevano se erano boutade o vere decisioni. Il loro è stato un governo bifronte dove non era chiaro se i due contendenti litigavano in accordo per tenere i fari puntati su di loro, dando la sensazione comunque di un costante instabilità, oppure erano vere incompatibilità, per tanto mercati e le relazioni internazionali diventavano instabili.

Questo governo gialloverde non doveva nascere, nel senso che si doveva chiedere al presidente della Repubblica di una esplorazione al centrodestra. Cosa che la Lega rifiutò. La folle idea di Salvini è stata di giocare d’azzardo rompendo il centrodestra del quale era diventato il leader più rappresentativo, pensando che con un accordo di governo con i cinque stelle avrebbe assorbito tutto il centrodestra. Nei fatti, alle Europee Salvini ha avuto un ottimo successo ma più che assorbire il centrodestra ha tolto voti ai cinque stelle. Da qui il cambio di strategia, facendo un accordo con Zingaretti per andare al voto. Zingaretti si sarebbe liberato dei renziani e Salvini sarebbe andato al voto senza accordo con Forza Italia e Fratelli D’Italia con l’obbiettivo del voto utile per vincere azzerando i suoi competitor. Come sappiamo questo progetto non si è realizzato e sarebbe stato una sciagura perché la Lega di Salvini non ha mai nascosto, anzi le ha esaltate, le sue posizioni giustizialiste e illiberali con le leggi votate con i cinque stelle.

Questo spregiudicato delirio di onnipotenza di Salvini ci ha lasciato in eredità un’altra sciagura che è il governo giallorosso, Questo governo, di cultura illiberale e giustizialista, nelle intenzioni dei zingarettiani e di Liberi e uguali vuole avere una prospettiva di un’alleanza strutturale da proporre su scala regionale e comunale, permettendo alle due forze sconfitte elettoralmente di fare sinergia. Con il Conte bis si punta a ripulire il movimento grillino e dargli una presentabilità probabilmente con Conte nuovo leader e abbandonare la parte protestataria al suo destino. Il centrodestra oggi è un insieme di macerie fumanti per motivi diversi. Per esempio, Salvini è uno dei responsabili della stessa scissione di Toti.

Da molto sostengo che questa logica centrodestra e centrosinistra vada superata. Perché è una prigione ideologica, che esalta gli estremi ed impedisce di governare. L’alternativa ai vari giustizialisti ed illiberali sarà nel vedere cosa farà Calenda, se avrà il coraggio di uscire dal perimetro del Pd; cosa farà Parisi, se avrà il coraggio di uscire dal perimetro del centrodestra oggi a trazione salviniana; cosa faranno i liberali e i cattolici democratici di Forza Italia se sapranno rendersi adulti; cosa faranno i liberalsocialisti sparsi nelle varie formazioni e nel non voto. Solo l’unità delle forze riformiste potrà dare un futuro democratico al Paese e garantire lo sviluppo dell’Europa dei popoli.

Aggiornato il 09 settembre 2019 alle ore 13:40