Autonomia, Di Maio: “Si farà”, ma per i tecnici ci sono elementi contraddittori

Luigi Di Maio sostiene che l’autonomia si farà. Ma “sarà fatta” nell’ottica della tutela di “un’Italia unica”. Le misure per il Mezzogiorno, l’Ilva e il salario minimo sono fra i temi dell’intervista del vicepremier grillino con Il Mattino.

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico dà “l’ok all’autonomia. Ma la nostra Repubblica è unica e dev’essere solidale. Se creiamo due livelli di ricchezza il rischio sarebbe di dividerla, cosa che non permetterò mai. L’autonomia sarà fatta, è nel contratto di governo, ma non verranno penalizzate le regioni del centro–sud, questo l’abbiamo detto chiaramente alla Lega. Noi il centro-sud lo tuteleremo con tutte le nostre forze”.

E fra i vari temi, rispetto alla scuola “abbiamo fatto emergere tutte le nostre perplessità sulla parte dei concorsi regionali su cui c’è anche un “rischio di incostituzionalità. Si sta lavorando per superare le criticità, perché non voglio creare scuole di serie A e di serie B”. Per Di Maio, il fondo perequativo che va ad aiutare le regioni più deboli “mi sembra un buon punto di partenza. Così si dimostra che non devono esserci regioni che si arricchiscono ai danni delle altre regioni”. Il vicepremier annuncia anche di avere tra le priorità “pianificare un grande piano per rilanciare il sud: nuove infrastrutture, più servizi ai cittadini e valorizzazione del nostro territorio con nuovi strumenti che rilancino il turismo”.

L’Italia “va rilanciata in toto”. Di Maio assicura che “lavoriamo tutti i giorni per recuperare il gap di competitività del sud, lo dimostra l’attenzione del Mise su ogni tavolo di crisi e la strategia complessiva del governo che proprio in queste settimane inizia a dare frutti. Basti pensare ai livelli occupazionali da record che abbiamo raggiunto, lavoro creato dalle aziende e non certo per decreto”.

Per il leader pentastellato, le crisi industriali “ci sono sempre state nel corso degli anni, il 99 per cento sono state ereditate ma non possono essere utilizzate a scopi politici”. Venendo al Caso Ilva, per Di Maio “su Taranto abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili. Ora è ufficialmente partito il Tavolo Istituzionale Permanente che ha lo scopo di rilanciare il territorio coinvolgendo il governo in modo massiccio, non era mai stato fatto”.

Sull’immunità penale per ArcelorMittal “troveremo una soluzione con l’azienda che non ha nulla da temere dal punto di vista legale se dimostra buona volontà continuando nell’attuazione del piano ambientale. Ma nessuna persona in questo Paese potrà mai godere di un’immunità per responsabilità di morti sul lavoro o disastri ambientali”.

Per Di Maio, “il Mezzogiorno è una priorità per il governo e con lo Sblocca Cantieri anche al sud ci sarà un’accelerazione sulle infrastrutture. Se riparte il sud riparte il Paese”. Quanto al salario minimo, “vogliamo costruirlo con le parti sociali e datoriali. Come misura bisogna evitare che si crei una frattura sociale del Paese”. Rispetto all’ipotesi di un ingresso di Mario Draghi nel governo o di qualche altro ruolo per lui al di fuori, Di Maio risponde laconico: “Il governo per quanto mi riguarda non cambia”.

Intanto, l’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia un avviso ai naviganti. “Il sistema di finanziamento delle competenze aggiuntive previsto dalle bozze di intesa – sostengono i tecnici parlamentari – presenta elementi contraddittori che suscitano preoccupazioni per i possibili rischi sia sulla tenuta del vincolo di bilancio nazionale sia sulla garanzia della solidarietà interregionale”.

Ma per il consigliere Upb Alberto Zanardi, “andrebbero comunque valutati i possibili maggiori costi per la pubblica Amministrazione nel suo complesso determinati dal minore sfruttamento delle economie di scala e di integrazione a livello nazionale. È pertanto opportuno che le intese, oltre al dettaglio delle funzioni da trasferire, riportino la quantificazione delle correlate risorse da assegnare alle Regioni richiedenti”.

Dal fronte delle regioni si levano voci critiche rispetto alle parole pronunciate dal vicepremier grillino. Per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, “l’autonomia solidale di Di Maio, secondo quello che leggo dai giornali, sarebbe che tutto quello che noi risparmiamo perché siamo bravi ad efficientare la nostra spesa invece di poterlo trattenere, che non sarebbe andare a togliere niente a nessuno, lo dovremmo ridare alle altre Regioni. Tradotto vorrebbe dire: l’efficienza finanzia l’inefficienza. Ecco se queste sono le condizioni credo proprio che io non ci starò”.

Il governatore si riferisce all’eventuale fondo di perequazione chiesto dai 5 stelle che dovrebbe essere alimentato dall’eventuale surplus ottenuto dalle Regioni che chiedono l’autonomia. Quanto ai tempi per arrivare all’intesa con il governo sulla riforma, Fontana non si dà alcun orizzonte: “L’ho detto e lo ribadisco. Se la discussione è seria può andare avanti quanto è necessario, se invece si tratta di finte discussioni per tirare in lungo la questione allora mi tiro fuori”.

Aggiornato il 10 luglio 2019 alle ore 13:30