Conte: “Situazione difficile ma troveremo una soluzione”

Giuseppe Conte è ottimista. Nonostante l’iter della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia si sia messo in moto da tempo, il premier è convinto che riuscirà a “trovare una soluzione”.

Parlando con i giornalisti, prima dell’inizio della seconda giornata del vertice dei capi di Stato e di governo a Bruxelles, il presidente del Consiglio ha detto che “dobbiamo riuscire a evitare la procedura sul debito. Ho già dimostrato di essere un tipo molto determinato anche con la procedura e continuerò a dimostrarlo. È una situazione difficile, ma confido nel ‘fair play’ di tutti coloro che si siedono attorno al tavolo, confido nella soluzione possibile”.

Conte non ha dato indicazioni rispetto al modus operandi del governo. Come farà il nostro Paese a convincere l’Ue che il patto di stabilità sarà rispettato? La Commissione europea si è dichiarata aperta al dialogo.

Intervistato da Repubblica, il premier spiega che il suo atteggiamento verso l’Ue “non è di rigidità. Ho la flessibilità per difendere il mio Paese. Salvando però sempre alcune coordinate concettuali ben chiare. Riteniamo di avere i conti in ordine, siamo sicuri delle nostre ragioni e non siamo disponibili a inseguire delle stime che non rispondono alla realtà. Noi conosciamo i conti e conosciamo i flussi di cassa”.

Conte ricorda che mercoledì sarà varato “l’assestamento che certificherà questi flussi. Le regole sono le regole, i numeri sono numeri. Io non posso chiedere di evitare regole che non mi piacciono per evitare la procedura. Ma posso contestare i numeri. Ecco, contesto le loro stime di crescita. Io conosco i numeri, conosco l’assestamento sui miei numeri. Per quanto riguarda le regole, c’è una prospettiva in cui voglio ridiscutere queste regole. Mi sembra legittimo. In famiglia si discute”.

Conte denuncia il rischio che la Commissione giudichi la procedura d’infrazione all’Italia seguendo una interpretazione delle regole “irragionevole”, anzi, peggio, “punitiva” ed esprime il timore di una bocciatura finale: stime attraverso l’assestamento. Sulla possibilità che Roma abbia sottovalutato la commissione in scadenza, il premier ha dichiarato che si tratta di “una considerazione ambivalente. Non è detto che una commissione che sta andando via abbia una interpretazione delle regole meno rigorosa. Anzi”.

Conte non contempla l’ipotesi che Bruxelles stia facendo pagare all’Italia le frasi di Di Maio e di Salvini. “Sarebbe grave – sottolinea –. Perché se si dice che si applicano le regole e poi ci si irrigidisce per frasi o atteggiamenti vuole dire che le regole si applicano per reazioni emotive e punitive. E non va bene”.

Aggiornato il 21 giugno 2019 alle ore 13:45