Le tasse finanziano la corruzione

Viviamo nel Paese delle frottole istituzionali e se non sono frottole, allora sono plagio, enfasi, ipocrisia… insomma, sempre frottole. Debito pubblico, Pil, spread, Iva, manovre correttive, disavanzo e chi più ne ha, più ne metta; gli “incontinenti” temi relativi ai conti dello Stato, predominano. E pensare che basta poco, davvero poco, per rendere tutto molto semplice da capire.

Che ne pensi, caro lettore, se ti dico che metà delle tasse pagate dai cittadini vanno a tappare i buchi della corruzione? Certo, non è un tema riportato analiticamente dagli istituti di statistica, però non ci vuole molto a capire che sia così. Ripeto che non esiste alcun dato ufficiale ma, ora che ci penso, ho sbagliato per difetto e modifico quanto già detto, affermando che non la metà, ma più della metà delle tasse pagate dai cittadini, va a finanziare la corruzione.

Non è forse vero che prendiamo quotidiano atto di continue ruberie e imbrogli da parte degli enti pubblici? Appalti truccati, creste sulle fatture, bustarelle, favori, mazzette, tangenti, ritocchi d’ogni tipo… non c’è settore che si salvi e che non applichi ogni fantasia corruttiva. Anche questa è l’Italia di oggi. Inoltre, nonostante siamo asfissiati da tasse estorsive e disoneste, ci tocca essere pure destinatari di richiami morali d’ogni tipo. In questo stato di cose, il cittadino che paga le tasse, non è un aggredito a cui si può riconoscere una sorta di diritto alla legittima difesa?

In ogni modo, rallentiamo le opinioni e passiamo alla semplice constatazione dei fatti.

Assistiamo da decenni a una sfilata di fanfaroni che ipotizzano e progettano le più assurde fantasie per salvare, a loro detta, l’Italia dai suoi sfrenati debiti ormai poco sotto i 2500 miliardi di euro. In barba ai citati fanfaroni che “inventano” di tutto, noi proponiamo d’inventare il nuovo termine “Alipallas”, ovvero: balle con le ali. Non è una verità lapalissiana che per sistemare i conti dello Stato, si dovrebbe abbassare certa gigantesca e infame spesa pubblica? E per diminuire la spesa pubblica, non si dovrebbe aggredire la corruzione che sembra annidarsi in ogni angolo delle nostre istituzioni?

La corruzione è diventata una vile e troppo impunita normalità pubblica; essa, diventando addirittura “spicciola”, è arrivata perfino ai minifavori da pochi Euro. Com’è possibile stimare un apparato pubblico che dà un tale deplorevole esempio?

Allora che si fa? Si può continuare a credere in queste nostre istituzioni? Le mie parole sono esagerate? Merito d’essere rimproverato? Beh, essere criticato perché non avverto stima nei confronti di certe istituzioni pubbliche e politiche, è per me onore e vanto. Finanziare la corruzione è immorale e noi siamo dei cittadini a cui quest’immoralità è spesso imposta. In Italia, l’autore del crimine corruttivo è spesso irreperibile, ma si scaricano gli oneri sull’aggredito.

Aggiornato il 20 giugno 2019 alle ore 11:49