Giuseppe Conte sente che la fiducia dei due dioscuri di governo è ormai esaurita. Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno siglato un patto anti-euro che il premier vede come fumo negli occhi. “È impossibile – sostiene Conte – che ci sia uno scontro tra me e i miei due vice, per una semplice ragione: se non andiamo d’accordo, io li lascio liberi. Perché una cosa deve essere chiara: sto qui se mi convincono loro, non sono io a doverlo fare”.

Parole dure che, in realtà, nascondono timori mai sopiti. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista a Repubblica ribadisce la preoccupazione per l’economia: “Non mi piace scherzare con i risparmi degli italiani. Vedo intorno a me un po’ di inesperienza”.

Alla domanda sul perché Lega e i cinque stelle sembrino ancora ragionare in termini di consenso, e non di governo, Conte risponde: “Quando si fa una campagna elettorale così lunga, è probabile sia difficile uscirne. A me le veline date ai giornali non fanno né caldo né freddo. Se vogliono andare a sbattere contro un muro, facciano pure”.

Nel colloquio Conte mette in guardia Luigi Di Maio. “Con me non c’è bisogno di giochetti”, dice parlando degli emendamenti della Lega al disegno di legge sul salario minimo, poi ritirati dai senatori del Carroccio che hanno chiesto un tavolo per discuterli insieme. “Se uno vuole correre il rischio di cadere nelle braccia del suo possibile carnefice, faccia pure”. Sulla nomina del ministro delle Politiche europee, “finché non è chiusa la procedura di infrazione le deleghe le tengo io. Per trattare con la commissione, l’Italia deve parlare con una voce sola”, sottolinea Conte.

Intanto ha preso il via stamattina, verso le 9.20, il vertice a Palazzo Chigi con il premier i due vicepremier e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. All’incontro hanno partecipato anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

In ogni caso, il vertice sembra non sia stato “risolutivo” rispetto temi economici. A quanto si apprende, la riunione, durata circa due ore e mezza con una coda finale su Alitalia, ha istruito il dossier conti pubblici, al fine di evitare la procedura di infrazione. Secondo fonti leghiste, è stata una riunione “utile e positiva” nella quale sono stati “organizzati gruppi di lavoro” e ci si è dati appuntamento a “nuovi incontri con progetti e investimenti”. Ma altre fonti spiegano che il confronto nel governo è appena iniziato.

Frattanto, in una nota, Matteo Salvini sostiene che siano “prive di qualsiasi fondamento le ipotesi di una patrimoniale, di tasse sui risparmi, sui conti correnti degli italiani o su cassette di sicurezza. Siamo al governo per togliere, non per aggiungere tasse. L’unico ragionamento riguarda una ‘pace fiscale’ per chi volesse sanare situazioni di irregolarità relative, oltre che ad Equitalia, al denaro contante”.

Aggiornato il 12 giugno 2019 alle ore 12:50